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Una messa solenne in memoria della morte di Francesco Datini si svolgerà domani, giovedì 17 agosto, alle 10.30 nella Chiesa di San Francesco. In precedenza, alle 10, ci sarà la consueta deposizione della corona commemorativa sotto la statua che Antonio Garella eresse nel 1896 in piazza del Comune; a seguire le autorità presenti e un rappresentante della Fondazione “Casa Pia dei Ceppi” prenderanno parte alla funzione religiosa, in segno di riconoscenza a uno dei più illustri personaggi pratesi, che ha dato un importante contributo alla crescita della città.
Era il 16 agosto 1410 quando Francesco di Marco Datini si spense nella sua casa pratese. Morto senza eredi, aveva deciso di non disperdere il suo importante patrimonio, ma di metterlo a disposizione della città e dei poveri. Il mercante di Prato dispose nel testamento l’istituzione del “Ceppo dei poveri di Francesco di Marco”, l’odierna Casa Pia dei Ceppi, a cui aveva lasciato tutti i propri beni, valutati oltre 100.000 fiorini d’oro. Fu sepolto nella Chiesa di San Francesco, dove ogni anno viene ricordato con una messa solenne, una tradizione che si rinnova anche quest’anno. Con il testamento lasciò anche mille fiorini a Firenze, per la costituzione di un ricovero per bambini abbandonati, che diventò poi l’Ospedale degli Innocenti.
Era nato a Prato nel 1335, ma lasciò la città per diversi anni per andare ad Avignone ad imparare l’arte del commercio. Passo dopo passo, riuscì a costruire un sistema di imprese innovativo per il tempo, collocate in varie parti del mondo allora conosciuto, che commerciavano un’ampia gamma di prodotti. Si dedicò anche alla produzione tessile, aprendo una serie di manifatture non solo a Prato, ma anche in Francia e in Spagna. Rientrato a Prato costruì il Palazzo che ancora oggi è sede della Fondazione Casa Pia dei Ceppi, in pieno centro storico. La sua residenza di campagna fu invece la Villa del Palco, anche questa da lui commissionata.
L’importanza di Datini e del suo lascito è anche testimoniata dall’opera di Filippo Lippi “La Madonna del Ceppo”, commissionata dalla Fondazione “Casa Pia dei Ceppi” e oggi custodita all’interno del Museo di Palazzo di Pretorio. Realizzata tra il 1452 e il 1453, rappresenta Datini insieme ai committenti dell’opera, inginocchiato di fronte alla Madonna con Bambino tra Santo Stefano e San Giovanni, ed è uno dei dipinti più importanti del Rinascimento. Un’eredità postuma di Datini alla città che aveva tanto amato.
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