Torna sul mercato l'ex cementificio Marchino, più noto come la cementizia di Prato, complesso di una quindicina di ettari inserito nel patrimonio della società Valore, dichiarata fallita dal tribunale nel 2013. A due anni e mezzo dalla prima asta – prezzo di partenza 4 milioni 250mila euro – i curatori fallimentari, Paolo Biancalani e Evaristo Ricci, ci riprovano, questa volta con un prezzo base decisamente inferiore: 830mila euro scarsi. L'invito a presentare offerte, anche inferiori, scade alle 12 del 25 novembre; il giorno dopo, davanti al notaio Laura Biagioli, saranno aperte le buste e valutate le proposte. Se anche questa volta la fumata sarà nera, si procederà ad una nuova asta (l'ultima risale all'inizio di quest'anno, valore minimo di poco superiore a un milione).
L'ex cementificio, uno degli ultimi esempi di archeologia industriale ancora intatto, costruito a ridosso della parete della Calvana tra la Macine e la Querce nel 1926 (nel 1944 una parte fu distrutta dai tedeschi e ricostruita), e dismesso trent'anni dopo, nel 1956, era in vendita insieme ad altri immobili della Valore: i due palazzi di otto piani, uno finito e abitato e l'altro ancora in cantiere, situati tra via Filzi, via Marini e via Erbosa. Dopo anni di aste, in carico alla curatela è rimasta solo la cementizia: un'operazione che ora, con l'ulteriore riduzione del prezzo, potrebbe suscitare gli appetiti del mercato immobiliare.
Nel 2010, quando la società Valore navigava ancora in buone acque, il Comune approvò un progetto che prevedeva una demolizione pressoché totale per fare posto a tre edifici di sette e otto piani destinati ad appartamenti e albergo, negozi, un centro pubblico per spettacoli e concerti e parcheggi. Un progetto sostenibile che incassò anche il via libera della Soprintendenza e che sembrava il passo decisivo per cambiare il volto di quel pezzo di Calvana occupato da un'architettura futurista per i suoi tempi e inutile per quelli attuali.
Il comitato dei creditori spera in almeno un'offerta visto che sarà ritenuta irrevocabile e perciò chi la presenterà non potrà fare passi indietro; se invece le offerte saranno due o più, sarà fatta una gara con rilanci minimi di 10mila euro.