Michelangelo Cicogna, il quarantasettenne in sciopero della fame contro la cassa integrazione che non arriva, è stato costretto a sospendere la sua protesta: troppo precarie le sue condizioni di salute per continuare ancora (leggi). Lo sciopero della fame, cominciato il 29 agosto, è durato ventuno giorni. In un comunicato stampa diffuso oggi, venerdì 18 settembre, dal 'popolo di Michelangelo Cicogna', sono descritti i sintomi e le gravi carenze che hanno determinato l'interruzione della protesta. Già nei giorni scorsi, i medici avevano sconsigliato di proseguire lo sciopero della fame, pena il rischio concreto di conseguenze gravissime. "Ha accettato con costernazione di interrompere lo sciopero della fame – si legge nel comunicato – Michelangelo ha capito che non può esserci il gruppo senza il suo leader". Il tempo di recuperare le forze e il quarantasettenne tornerà ad occuparsi a tempo pieno delle migliaia di persone che hanno risposto al suo appello di fare massa per tenere alta l'attenzione su un fatto che sta danneggiando intere famiglie: la cassa integrazione in deroga Covid che non viene corrisposta o che arriva con mesi di ritardo. "Non è una battaglia persa che ci darà la vittoria – coninua la nota stampa – ma la nostra unione che ci distingue ma l'unione che ci distingue, la misericordia che ci carezza, l'amicizia che ci sorregge, l'umanità che molti invece hanno perso lungo la via del dio denaro e degli interessi".
La cassa integrazione non arriva ancora ma dopo 21 giorni costretto a fermare lo sciopero della fame
Condizioni di salute precarie per il commesso pratese protagonista di una protesta contro Inps e istituzioni. I suoi amici: "E' in condizioni serie, l'abbiamo pregato di ricominciare a mangiare"
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