Sul fronte assunzioni nel comparto sanitario, l’Asl Toscana Centro ha messo in conto per il 2023 279 cessazioni e 297 assunzioni. Seppur di sole 22 unità il saldo è quindi positivo. In realtà lo è solo sulla carta perché tra le assunzioni sono conteggiate anche 103 stabilizzazioni che come tali non apportano risorse umane nuove. Se scorporiamo questa voce, le assunzioni scendono a 194. Significa che 85 tra infermieri e oss che andranno in pensione, non saranno sostituiti. Difficile dire dove si concretizzeranno queste riduzioni. L’Asl infatti, non ha fornito a Notizie di Prato un dato preciso sul territorio pratese indicando solo come riferimento generico una stima del 19-20% del totale generale che sommando medici, amministrativi, tecnici, infermieri e oss, è di oltre 850 unità contro 700 cessazioni.
I numeri sono comunque bassi se si considera che già ora coprire i turni è complicato e che secondo la Cgil saranno fatti fuori 42 contratti interinali (179 in tutta l’Asl) di cui 16 infermieri e 26 oss. Secondo il segretario della Fp Cgil, Sandro Malucchi “l’indeterminatezza in cui viene inserito il piano assunzionale è indice di una assenza di analisi dei modelli assistenziali presenti in Asl Toscana Centro. Qualora si dovesse applicare un modello assistenziale sulla scia degli schemi di servizio assistenziali medi europei al Santo Stefano mancherebbero almeno 76 infermieri e 61 operatori socio sanitari che si sommerebbero ai 13 professionisti andati in pensione registrati fino ad agosto 2023: 7 infermieri, 3 medici, 2 amministrativi e 1 tecnico di laboratorio”.
A preoccupare il sindacato di piazza Mercatale sono le politiche sanitarie del Governo. “Analizzando il bilancio preventivo anno 2023 della ASL Toscana Centro registriamo una riduzione degli impegni di spesa per il personale di oltre 6 milioni di euro in parte dovuti al piano di rientro che la Regione Toscana ha subito a causa dal mancato trasferimento di parte delle risorse spese in epoca Covid che il governo del tempo aveva promesso e che nessun governo successivo ha poi mantenuto”.
La preoccupazione aumenta se si guarda al futuro perché nel piano triennale delle assunzioni, per il 2024 e il 2025 il saldo tra uscite e entrate nel comparto sanitario è pressoché zero. Significa che non ci sarà alcun potenziamento o che al momento non è previsto. Un fatto grave alla luce delle aperture di nuove strutture sanitarie sul territorio pratese a cominciare dalla nuova palazzina del Santo Stefano. E’ vero che la sua costruzione è appena iniziata e terminerà nel 2025, ma è altrettanto vero che senza una programmazione adeguata del personale, rischia di diventare una scatola vuota. Il personale sanitario, come è noto, scarseggia. Pensare di ingaggiarlo in procinto dell’inaugurazione dell’edificio, è inutile e quindi pericoloso. Stesso discorso vale per le 4 case di comunità in procinto di realizzazione. A meno che l’Asl e la Regione non chiedano aiuto ai privati attraverso l’acquisto di servizi alle imprese. Scelta che ha poco a che vedere con la sanità pubblica ma che permette di aggirare i tetti di spesa imposti dalla Finanziaria 2010 sull’assunzione del personale.
“Se prendessimo le raccomandazioni della Società italiana per la direzione e il management delle professioni infermieristiche e di numerose pubblicazioni, – spiega Malucchi – nella palazzina Biancalani di prossima edificazione, occorrerebbero le assunzioni di 75 infermieri e 54 operatori socio sanitari per la sola assistenza ai 104 pazienti. I 12 posti per la salute mentale necessiterebbero di 18 infermieri e 18 Oss, il rapporto infermiere paziente infatti è di 1 a 4. I 53 posti letto di area medica necessiterebbero di almeno 33 infermieri compresi quelli per le sostituzioni ferie, malattie, maternità e di 27 Oss. I 15 posti letto per l’area oncologica dovrebbero essere coperti dalla presenza di 9 infermieri e 7 Oss mentre nel Day Hospital oncologico gli infermieri necessari sarebbero 15 e gli Oss 12”.
Il costo stabile per la garanzia della copertura del servizio appare abbastanza elevato. “Con i 104 posti letto ospedalieri della nuova palazzina – prosegue Malucchi – si passa dagli insufficienti 540 a 644 posti letto con un valore medio di 2,5 letti ogni 1.000 abitanti, uno 0,4 in più che dovrà significare, tra le altre cose, anche tempi di attesa per i pazienti più bassi rispetto all’attualità. Resta inteso che la palazzina Biancalani non potrà rimanere sguarnita di personale infermieristico e di operatori socio sanitari che peseranno per cifre che non potranno scendere sotto i 3,3 milioni di euro l’anno ma che potrebbero crescere fino a 4,7 milioni dipendentemente dai modelli organizzativi adottati. È chiaro che come sindacato vigileremo perché la palazzina Biancalani non diventi il cavallo di Troia per far entrare soggetti imprenditoriali privati nel sistema di sanità pubblica ospedaliera”.
Infermieri e oss, più pensionamenti che assunzioni e per la palazzina Biancalani ancora nessun piano
I numeri sono contenuti nel piano triennale delle assunzioni 2023-2025. Potrebbe concretizzarsi anche il taglio degli interinali. Il monito di Malucchi (Fp Cgil): "Vigileremo affinché i privati non entrino nella sanità pubblica ospedaliera"
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(e.b.)