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Inchiesta gestione Cas, richiedenti asilo spostati in altri centri senza informare i sindaci. Proteste e malumori


Il sindaco di Montemurlo, Mauro Lorenzini ha chiesto via Pec chiarimenti alla Prefettura che si è scusata per l'omessa comunicazione. A Poggio aperta una nuova struttura senza avvertire il sindaco Puggelli


Redazione


E' scontro tra il Comune di Montemurlo e la Prefettura di Prato. Il pomo della discordia va ricercato nuovamente nella gestione dell'accoglienza profughi. Parte dei 69 richiedenti asilo in capo al consorzio Astir trasferiti alla fine dell'anno da Poggio e da Carmignano in altre strutture provinciali dopo l'inchiesta della Procura (LEGGI), è finita a Montemurlo nel Cas di via Lamarmora, ma nessuno ha avvisato il sindaco Mauro Lorenzini che l'ha scoperto solo nei giorni successivi attraverso canali non ufficiali. Nessuno dalla Prefettura ha ritenuto di doverlo informare della presenza sul suo territorio di altri 18 migranti con tutto quello che consegue in termini di sicurezza, convivenza e controllo. 
Il primo cittadino montemurlese che ha fatto dell'accoglienza nella legalità una bandiera ribadita anche al ministro Salvini nel corso della sua visita dello scorso 21 dicembre, non ha lasciato correre e ha preso subito carta e penna per far presente tutto il suo disappunto al prefetto Scialla a cui ha chiesto chiarimenti dell'omessa comunicazione. La circostanza è confermata dal sindaco Lorenzini che però preferisce non rilasciare dichiarazioni per non gettare altra benzina sul fuoco. Secondo fonti interne al Comune, la prefettura ha risposto scusandosi per lo spiacevole episodio, ma resta l'amarezza per lo sgarbo istituzionale. 
Può consolarsi pensando di non essere il solo. Neanche il sindaco di Poggio a Caiano Francesco Puggelli, è stato avvisato dell'apertura di una nuova struttura Cas in capo alla coopertaiva Eccoci in via Carmignanese a Santa Cristina in Pilli dove sono confluiti dieci richiedenti asilo ex Astir, oltre che del trasferimento di un altro gruppetto in via Leopoldo di Lorena, un tempo struttura per donne, ora occupata da uomini. In questo caso la mancata comunicazione va oltre la cortesia istituzionale perchè in base al decreto Sicurezza appena approvato, la Prefettura ha l'obbligo di comunicare ai Comuni l'apertura delle nuove strutture. "Tre mesi fa ho ricevuto una lettera dalla prefettura in cui si ipotizzava l'apertura di un Cas in via Carmignanese. Mi sono dichiarato subito non disponibile vista la presenza sul territorio di altre tre strutture di cui due in situazione critiche. Da allora non ho saputo più nulla e non ho ricevuto altre comunicazioni" ha precisato Puggelli. 
Nuovo Cas anche per Vernio dove è approdata una decina di richiedenti asilo provenienti dalla zona medicea. Si trova a San Quirico e sarà gestita da Pane e Rose che ha chiuso altre due strutture a Mercatale. In questo caso il sindaco Giovanni Morganti sapeva dell'apertura già da qualche settimana, ma è stato informato dell'arrivo dei richiedenti asilo Astir a cose fatte, il 2 gennaio. 
Oltre una ventina di profughi sono stati destinati ai Cas pratesi e vaianesi già esistenti e gestiti da Coop 22. Nel caso di Prato la comunicazione ufficiale c'è stata anche se è arrivata a cose fatte. "Ho saputo dell'arrivo di altri ragazzi in città perchè mi sono interessato personalmente struttura per struttura. – spiega il vicesindaco Simone Faggi – La comunicazione ufficiale è arrivata il 2 gennaio". Meglio di niente. 
E.B.
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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
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