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C’è allarme a livello nazionale per le aree giudicate più a rischio di tensioni generate dall’immigrazione. E’ di pochi giorni fa la notizia che il Ministero dell’interno organizzerà in tali aree delle task force contro il lavoro nero. Un’iniziativa che, però, rischia di avere poco effetto su Prato, che ha peculiarità tutte sue. Così il presidente dell’Unione industriale Riccardo Marini ha preso carta e penna per scrivere al nuovo prefetto per spiegare la situazione e chiedere misure d’intervento ad hoc per la realtà pratese.“A Prato abbiamo una situazione molto diversa da quella di alcune aree agricole del mezzogiorno – spiega Riccardo Marini -. Qui ad essere extracomunitari sono gli stessi imprenditori, in particolare i cinesi titolari di confezioni e maglifici; e sappiamo bene quali condizioni di estrema irregolarità si rilevino con allarmante frequenza. Riscontriamo primi segnali di avvicinamento fra i cosiddetti due distretti, quello pratese e quello cinese: il fatto è di per sé positivo, ma non mi sentirei di affermare che questi contatti siano tutti all’insegna della correttezza. Il timore del contagio, che da tanti anni l’Unione esprime con preoccupazione, rischia di trovare fondamento. Questo non deve accadere: noi abbiamo lavorato e stiamo lavorando per innescare processi di buona e corretta integrazione, dando la massima disponibilità per aiutare le imprese irregolari ad emergere. Ma è evidente che questo non può bastare. Ho incontrato nei giorni scorsi il nuovo Prefetto, la dottoressa Federico, trovandola attenta e pronta al massimo impegno; la lettera aperta che abbiamo deciso di inviarle rappresenta un modo per esprimerle fiducia ed incoraggiare iniziative anche forti per affrontare la situazione. La posta in gioco è troppo alta perché non si tentino tutte le strade.”