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Il Tar dà ragione ai genitori che non volevano la promozione della loro figlia in prima superiore


La ragazzina, con disabilità, è tornata sui banchi della terza media. La famiglia aveva chiesto che potesse completare meglio l'anno dopo tutti i problemi legati al Covid ma la scuola aveva respinto la richiesta


Redazione


E' stata promossa in prima superiore ma è tornata sui banchi della scuola media perché i suoi genitori hanno chiesto la ripetizione dell'anno. Una richiesta respinta dalla scuola che poi, però, ha dovuto riaprire le porte all'alunna perché il Tar, a cui la famiglia si è rivolta, ha sospeso l'efficacia del provvedimento che obbliga al passaggio alla secondaria superiore. Succede all'istituto comprensivo Gandhi di Galciana. La studentessa è una ragazzina disabile che, come tutti gli alunni chiamati a sostenere l'esame nell'anno scolastico del Covid, è stata promossa.
Una promozione che i genitori hanno chiesto di annullare per consentire alla figlia di raggiungere gli obiettivi di studio prefissati dal 'Piano educativo individualizzato' e presentarsi alle superiori con una preparazione più adeguata. Il dirigente scolastico, secondo quanto si legge nell'ordinanza di sospensione cautelativa emessa dal tribunale amministrativo, avrebbe scritto in una e-mail di “essere tenuto per legge a rigettare la richiesta di trattenimento atteso che, come avrebbe confermato il ministro Azzolina in una interlocuzione al Consiglio superiore dalla Pubblica istruzione, la bocciatura di un alunno con certificazione sarebbe illegittima, altamente discriminatoria e contraria all'obiettivo primario che le istituzioni scolastiche debbono perseguire, ovvero l'inclusione dell'alunno certificato”.
I genitori, inoltre, hanno fornito ai giudici il verbale di una riunione del Gruppo di lavoro operativo della scuola dove il dirigente scolastico avrebbe rappresentato “l'impossibilità di trattenere l'alunna per un ulteriore anno a fronte del parere negativo dell'Ufficio scolastico regionale della Toscana, e condiviso dal gruppo di lavoro per l'integrazione degli alunni con disabilità, precisando che il prolungamento comporterebbe, in ogni caso, il cambiamento di classe, di compagni e di docenti con evidenti ripercussioni”. E ancora, tra la documentazione c'è anche una Pec il cui contenuto comprende l'affermazione, sempre del dirigente scolastico, relativa al fatto che “la valutazione del Piano educativo individualizzato è irrilevante rispetto all'ammissione all'esame finale in quanto nel corrente anno scolastico l'ammissione di tutti gli alunni è avvenuta ope legis”. Insomma, tutti promossi per legge.
La famiglia ha chiesto al Tar di cancellare la decisione della scuola e consentire, in questo modo, di ripetere la terza media. Cosa che sta avvenendo in forza del congelamento della promozione e in attesa dell'udienza di merito, fissata a marzo 2021. I giudici hanno valutato il fondamento della richiesta avanzata dalla famiglia: “Appare accertato il mancato conseguimento degli obiettivi didattici, circostanza che prevede la reiscrizione dell'alunno al medesimo corso frequentato nell'anno scolastico 2019/2020 quando accertato, e verbalizzato, il mancato conseguimento degli obiettivi didattici e inclusivi per l'autonomia stabiliti nel piano educativo individualizzato”.

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(N° 4 del 14/02/2009)
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