Non solo continuerà ma sarà anche rafforzato il progetto Lavoro sicuro per il controllo delle aziende. E' quanto ha annunciato oggi, martedì primo dicembre, il presidente della Regione, Eugenio Giani, partecipando a 'Cambia-menti', l'iniziativa organizzata dal Comune di Prato per ricordare la tragedia di sette anni fa quando sette operai cinesi morirono nell'incendio della confezione Teresa Moda, in via Toscana. L'impegno della Regione è stato accolto con favore dal procuratore Giuseppe Nicolosi che ha fatto una panoramica sulle notizie di reato scaturite dai controlli degli ispettori della Asl ricavandone una quadro che, nel tempo, è lentamente ma costantemente migliorato: in calo i dormitori abusivi nei capannoni, in calo le irregolarità sugli impianti elettrici, in calo le carenze igieniche. Tradotto in percentuale, cali compresi tra il 50 e l'80 per cento. Resistono invece le illegalità economiche, il lavoro nero, la presenza di clandestini e le intestazioni fittizie delle società per sfuggire a controlli e conseguenze penali. Il procuratore è andato oltre chiedendo al console cinese a Firenze, intervenuto per rinnovare l'impegno al fianco delle istituzioni locali, di non limitarsi a sposare la giusta causa del progetto Lavoro sicuro ma a chiarire il destinatario del suo concetto di tutela: “La tutela delle istituzioni cinesi è rivolta all'imprenditore che sfrutta gli operai o agli operai schiavizzati che rappresentano la parte debole? – ha chiesto senza giri di parole Nicolosi – temo che sia il primo e spero di venir smentito quanto prima. Certo è che l'istituzione cinese deve capire che il fenomeno dello sfruttamento del lavoro non può essere demandato ai controlli e non può essere colpito solo con la repressione giudiziaria: serve un cambio di rotta, serve una marcia in più e il consolato deve fare la sua parte”.
Meno fascicoli in procura ma sempre tante sanzioni. Dall'entrata in vigore del progetto Lavoro sicuro sono state controllate 14mila azende per un introito che ha raggiunto i 18 milioni, una cifra sufficiente per dire che, a conti fatti, l'iniziativa si finanzia da sola.
E mentre il risultato del lavoro degli ispettori accenna il cambiamento, resta ad ora un cambiamento che non va oltre la superficie: lo scatto vero, quello che può far dire che le imprese cinesi hanno capito che rispettare le regole deve essere prima che un'imposizione un fatto culturale, non c'è ancora stato. E' quanto ha sottolineato il responsabile del progetto Lavoro Sicuro, Renzo Berti, che ha aggiunto l'importanza di ampliare lo spettro dei controlli che non possono più essere solo uno strumento per obbligare le aziende a rispettare la legge, ma un tassello del processo di costruzione di un'imprenditoria consapevole del valore della sicurezza.
Il sindaco Matteo Biffoni ha ricordato la storia di questi sette anni mettendo in risalto un dato: “I diritti dei lavoratori non sono merce negoziabile, la sicurezza di chi lavora non è una questione su cui possiamo derogare. Le istituzioni, con il loro impegno corale, hanno dimostrato che si si vuole, il cambiamento è possibile”.
Il progetto Lavoro sicuro prosegue e sarà rinforzato. Calano le irregolarità ma il procuratore Nicolosi al console: “Dovete collaborare”
Sono passati sette anni dal rogo della confezione Teresa Moda che costò la vita a sette operai cinesi. Da allora, con il progetto regionale, sono state controllate 14mila aziende. Un lavoro enorme che ha portato ad una diminuzione delle notizie di reato ma resistono sacche di illegalità
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nadia tarantino
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