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Un lungo articolo sulla seconda pagina del prestigioso Financial Times ha portato oggi il caso Prato alla ribalta internazionale. Il prestigioso quotidiano economico-finanziario inglese – letto in tutto il mondo – ha mandato un suo inviato, Guy Dinmore, per due giorni nella nostra città dove ha potuto seguire uno dei tanti blitz delle squadre interforze nelle aziende cinesi e poi parlare con il sindaco Roberto Cenni e con il presidente degli Industriali Riccardo Marini. Ne è uscito un reportage intitolato “Tuscan town turns against Chinese immigrants” (Una città toscana si rivolta contro gli immigrati cinesi), pubblicato nell’edizione odierna (vedi l’articolo nella versione online). Nell’articolo si dà conto della situazione pratese con riferimenti anche alle polemiche degli ultimi giorni innestate dalle dichiarazioni del console cinese a Firenze e dall’ambasciatore. E si dice come, dopo anni di tolleranza, la nuova amministrazione di centrodestra d’accordo con il governo centrale abbia deciso di porre un freno all’illegalità diffusa. Più avanti Prato viene descritta come vittima dell’apertura dei confini e della globalizzazione selvaggia che ha portato una città di 180mila abitanti ad avere un terzo dei suoi cittadini di origine straniera. L’articolo si dilunga anche nell’illustrare le caratteristiche dell’imprenditoria cinese, messa in relazione con la crisi che da anni sta colpendo il tessile pratese, e si fa riferimento alla proposta del sindaco Cenni di unire la filiera cinese a quella italiana, facendo acquistare ai confezionisti orientali le stoffe prodotte dai lanifici pratesi.