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Più che le classiche scintille sul tema principe della politica comunale, il bilancio, è un’autentica requisitoria quanto hanno proposto questa mattina Massimo Carlesi ed il gruppo consiliare del Partito Democratico nel primo dei tre appuntamenti pubblici per passare al setaccio il bilancio previsionale 2010. Punto di partenza il piano triennale per le opere pubbliche: “Vi è un dato comune che emerge in modo inequivocabile – ha tuonato Carlesi – la mancanza di idee e di chiarezza e l’incapacità di dare un indirizzo politico sulla gestione della cosa pubblica”. In primo luogo spicca una questione di tempi. Il piano secondo la legge dovrebbe essere reso pubblico 60 giorni prima dell’approvazione del bilancio. In questo caso, invece, l’affissione risale al 16 marzo, mentre la manovra economica riceverà il disco verde il 30 aprile. “Segnaleremo questo caso alla Corte dei Conti” ha promesso il capogruppo dei democratici, non escludendo neppure l’eventualità di un commissariamento. Ma sono soprattutto i contenuti ad animare gli affondi di Carlesi e compagni: “Il dato saliente riguarda l’utilizzo pari al 63% della legge 10 su oneri e concessioni attribuiti alla spesa corrente e non sugli investimenti”. Questi ultimi presentano un legame, duramente contestato dal Pd, fra il piano delle opere pubbliche ed il piano delle alienazioni. “Sono veramente pochi, invece i soldi stanziati dal comune – dice Carlesi -. Inoltre notiamo come gli stanziamenti non crescono, ma calano anno dopo anno”. Le alienazioni saranno, quindi decisive per realizzare le opere pubbliche e le stesse manutenzioni, sempre che già quest’anno generino gli incassi sperati dal comune.È pessimista in proposito il consigliere Enrico Giardi: “Ad andare bene nel 2010, considerate le procedure necessarie per la vendita di un terreno o di un immobile, verranno realizzate appena la metà”. Alcune di queste vendite sono finite nella black list del Pd a partire dall’alienazione di due palazzi destinati attualmente all’edilizia popolare, perché in questo modo “l’amministrazione Cenni non mette un centesimo per il piano triennale delle opere pubbliche per l’emergenza abitativa” si è scagliato Carlesi. Oltre alla cessione dell’immobile di via Gobetti che “è la pietra tombale sul completamento del nuovo Magnolfi” ha chiosato il consigliere Simone Mangani. Particolarmente contestata anche la vendita dei terreni ex Salvi Cristiani per un valore, che dovrebbero fruttare al comune di Prato ben 6 milioni di euro quest’anno, troppi secondo Carlesi: “E’ preoccupante, non credo che ci siano i diamanti quindi è chiaro che verrà fatta un’operazione immobiliare, nonostante il sindaco in campagna elettorale si sia schierato contro la cementificazione”.Sono numerosi gli addebiti a Roberto Cenni per il mancato rispetto delle promesse in periodo di elezioni “aveva detto che sarebbe stato facile riqualificare il laghetto ex Alcali, ma ad oggi il piano delle opere pubbliche non prevede neppure un centesimo; aveva promesso la realizzazione del sottopasso in via Montalese, ma l’operazione è stata rinviata al 2011; sul progetto per il Bastione delle Forche la giunta non è d’accordo con l’idea di finanziamento pubblico proposto dall’architetto Mattei e prevede un project financing”. Pochi soldi anche per “la spesa faraonica” di 250 milioni di euro per l’interramento della declassata “nel bilancio vengono assegnati appena 100 mila euro” ha messo in chiaro Carlesi, allargando il campo delle accuse alla copertura delle buche “erano stati annunciati 6 milioni, invece vengono messi a disposizione soltanto 2 milioni”. Un impegno insufficiente con un riverbero negativo per la stessa economia del distretto per Carlesi: “Rischiamo in questo modo di rinunciare a 1000 posti di lavoro”. Densa anche la lista delle rinunce della giunta esposta dal democrat, Giardi: “Il Comune ha rifiutato l’unica alienazione certa, quella di di viale Marconi che avrebbe fruttato 4 milioni di euro più l’indotto per le nuove funzioni. Non si capisce poi perché si debba rischiare di dire di no ai 30 milioni di euro per il Polo Banci e ai 12 milioni di euro per la tranvia”. L’esortazione rivolta a Cenni è di “sfruttare tutte le leve disponibili anche in termini di spesa”. In questo senso ha rivolto un appello direttamente alla maggioranza “il centrodestra metta in discussione il patto di stabilità”. Mentre Nicola Oliva, consigliere comunale e responsabile economico del Pd ha rilevato un’ulteriore mancanza del sindaco rispetto al programma di governo “non si sente più parlare del rilancio del cardato rigenerato ecologico, né degli impieghi nei campi agricoli. Alla giunta manca un’idea di sviluppo”.
Carlandrea Adam Poli