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Il geologo: “Prioritario ripulire gli alvei dei corsi d’acqua e stop al cemento”


Andrea Fiaschi della Fondazione Parsec detta le azioni da mettere in campi nel breve e lungo periodo per proteggere il fragilissimo territorio provinciale da eventi meteo come quello del 2 novembre


Redazione


Ripulire gli alvei e i sottoattraversamenti stradali, cambiare la gestione dei territori, fermare l'uso del suolo e dove possibile ridare spazio ai corsi d'acqua. Sono le quattro azioni in ordine di tempo e priorità che il geologo Andrea Fiaschi della Fondazione Parsec indica per dare al territorio provinciale e in generale a quelli alluvionati, le armi giuste per affrontare al meglio ondate di maltempo come quella che ha colpito la zona la sera del 2 novembre. E a proposito: "In quattro ore sono piovuti 150 millimetri su Prato e 170 su Vaiano. – spiega Fiaschi – Anche in condizioni ottimali di manutenzione ordinaria e straordinaria, gli allagamenti ci sarebbero stati comunque. Si tratta di ridurne la portata".
In 11 giorni di emergenza i sopralluoghi dei geologi della Fondazione Parsec sono stati oltre 40 tra strade, torrenti, smottamenti e frane. A Prato, Montemurlo e la Val di Bisenzio, il territorio più colpito e più fragile. Un super lavoro che permette agli esperti di avere un quadro completo della fragilità dei luoghi in modo da indicare gli interventi prioritari. "Intanto – prosegue Fiaschi – è necessario ripulire gli alvei dei corsi d'acqua dall'incredibile strato di detriti che le piene del 2 novembre hanno portato nei tratti a valle. Strati che ne riducono la portata. In qualche caso sono completamente interrati. Stamani ho visto qui in Galceti lo stato del torrente Bardena: ha un metro di sabbia che arriva dai versanti con l'erosione delle rocce. In questa situazione basta un temporale molto più piccolo di quello del 2 novembre per produrre degli effetti dannosi. Tutto questo vale anche per i sottoattraversamenti stradali che sono completamente ostruiti. Le sezioni sono da rivedere, specialmente in Val di Bisenzio dove i tubi risalgono a 40 anni fa e hanno diametri di 70 centimetri, insufficienti rispetto alle portate attuali".
Opere che richiederanno diverse decine di milioni di euro di spesa, ma che rappresentano un passaggio fondamentale per tornare alla normalità senza dover ricominciare da capo a ogni allerta meteo. Dagli interventi in emergenza passiamo alla pianificazione "in tempo di pace".
Una nuova gestione dei territori dovrebbe prevede qualche accortezza in più sulla pulizia della caditoie, delle zanelle e dei sottoattraversamenti, ma soprattutto prendere atto dell'abbandono delle aree montane: “Manca quello che era presente in passato cioè la gestione del territorio a livello rurale. – prosegue Fiaschi – L'incuria nei boschi con i tronchi lasciati negli impluvi da chi fa legna, si riversa con I temporali nei corsi d'acqua creando vere e proprie dighe”.
E poi c'è la questione cemento che ha tolto permeabilità ai terreni e alimentato le piene dei fiumi: “Un terreno agricolo in condizioni ottimali si dice che ha una capacità di campo di 30 litri. Significa che trattiene fino a 30 litri per metro quadro. Quando si va a cementificare si perde immediatamente questa capacità di ritenuta. Inoltre questa acqua va a finire nei condotti fognari e da qui nei corsi d'acqua che si ingrossano a dismisura oltretutto con tempi d'arrivo estremamente brevi per cui si ha una concentrazione delle piene che ne determina una maggiore ampiezza e gravità”. Un stop al cemento che forse arriva fuori tempo massimo: “Ci sono delle abitazioni che occupano le aree di pertinenza del corso d'acqua. Faccio l'esempio di Chiusoli, su a Migliana, invaso dalla terra portato dal torrente che lo attraversa. Negli anni l'abitato è stato realizzato nell'alveo di quel corso d'acqua. In caso di grandi portate come la sera del 2 novembre, se ne riappropria. Già ai tempi di mia nonna si diceva che Prato si salvava dalle piene del Bisenzio perchè si alluvionava Campi. Ed è così. Dove possibile sarebbe consigliabile ridare spazio ai fiumi”.

(e.b.)
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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
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