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Il distretto strizza l'occhio al mondo del cinema storico riproducendo una perfetta copia del vestito funebre di Isabella d'Aragona, realizzato con un tessuto damascato, fatto a Prato, cucito da una sarta pratese e pensato all' interno del master La stoffa dei sogni.
L'idea è di Confartigianato Imprese che ha raccolto la sfida lanciata da manifatture Digitali. "Nel nostro distretto – ha spiegato Luca Giusti presidente di Confartigianato Prato – ci sono tutte le maestranze per eccellere anche in questo settore: abbiamo le competenze, i macchinari, la fantasia. Credo che sia un'opportunità per i nostri artigiani di affacciarsi verso questo mercato, di nicchia, ma molto interessante".
L'idea è di Confartigianato Imprese che ha raccolto la sfida lanciata da manifatture Digitali. "Nel nostro distretto – ha spiegato Luca Giusti presidente di Confartigianato Prato – ci sono tutte le maestranze per eccellere anche in questo settore: abbiamo le competenze, i macchinari, la fantasia. Credo che sia un'opportunità per i nostri artigiani di affacciarsi verso questo mercato, di nicchia, ma molto interessante".
La collaborazione con Manifatture è stata curata dal segretario generale Marco Pieragnoli, che è riuscito a trovare l'artigiano perfetto per compiere la missione: Stefano Poli della Tessitura Fratelli Poli "Ho lavorato per più di un mese sul modello che mi era stato fornito- spiega l'artigiano – poi con pazienza sono riuscito ad avvicinarmi sempre più al modello originale. Il problema principale è stato trovare il macchinario giusto visto che i fili usati nel '500 erano di seta e molto fini, per cui ho realizzato una diversa composizione di trama e ordito che alla fine ha portato a un ottimo risultato. E' stata una grande soddisfazione e l'occasione anche per documentarmi sulla storia del costume del 500".
![](https://notiziediprato.it/wp-content/uploads/2023/12/20211215_121805.jpg)
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Un lavoro che è stato portato avanti insieme agli studenti del Master che hanno riprodotto sul Cad il disegno e si sono occupati del taglio, sono serviti dodici metri, e soprattutto con Roberta Orsi Landini, docente di storia del tessuto che ha ricostruito la composizione del tessuto dell'abito. "L'abito originario è stato più volte restaurato – ha spiegato – e quindi è stato complicato risalire alle fibre originali, quando ho ricostruito la struttura l'ho confrontata con la ligislazione del tempo che codificava i vari tessuti. Per quanto riguarda il colore all' inizio sembrava ruggine, poi in realtà era una sorta di ossidazione, era bianco. Mancavano le maniche e sono riuscita a ricostruirle in base alla moda del tempo".
Il bozzetto è di Thessy Schoenholzer Nichols, mentre a cucire a mano l'abito è stata la sarta Gabriella Fabozzi.
"Abbiamo posto le basi per realizzare – ha spiegato Francesca Conti responsabile del master – un servizio per le aziende che a Prato possono trovare le competenze necessarie per realizzare tessuti storici a costi accessibili".
Edizioni locali: Prato