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Un corso per una qualifica professionale come passaporto verso una vita migliore. E' quello che è successo a tre ragazzi, arrivati in Italia grazie a un permesso di protezione internazionale, che hanno deciso di frequentare i corsi organizzati da Manpower in collaborazione con l'istituto Buzzi. Modal Azzad ha 23 anni, dopo un corso per imparare l'italiano, si è iscritto a quello di operaio tessile qualificato e in meno di dieci mesi ha firmato il contratto a tempo indeterminato per 1.700 euro al mese. "Con il lavoro sicuro – ha spiegato – ho potuto anche trovare una casa in affitto e riesco a mandare soldi alla mia famiglia. Un passo decisivo nella mia nuova vita". Stesso percorso per Ibteha Shazas, 30 anni che invece è arrivato a Prato insieme alla famiglia. "Con mio padre – ha raccontato – lavoriamo nel settore tessile, ora ho una qualifica e questo mi permette di avere nuovi sogni e più sicurezze".
Saddam arriva dal Pakistan e la vita in fabbrica lo soddisfa: "Dopo il corso sono entrato a lavorare con un contratto prima determinato e poi indeterminato, faccio i turni e sono contento".
Una vita nuova anche per due corsisti italiani Elia Bini che dal mondo del sanitario, dove aveva un posto fisso, ha deciso di cambiare e lavorare in fabbrica, e da domani inizia la sua avventura con un contratto di prova in una rifinizione. Mentre per Mattia Goretti il corso è stata l'occasione per trovare la sua strada. "Dopo la terza media ho cambiato diverse scuole senza portare a termine il percorso- racconta – così quando ho compiuto 18 anni mi sono iscritto al corso per addetto al tessile. Ora sono impiegato di rifinizione, una figura nuova a metà tra l'operario e appunto l'impiegato".
Una vita nuova anche per due corsisti italiani Elia Bini che dal mondo del sanitario, dove aveva un posto fisso, ha deciso di cambiare e lavorare in fabbrica, e da domani inizia la sua avventura con un contratto di prova in una rifinizione. Mentre per Mattia Goretti il corso è stata l'occasione per trovare la sua strada. "Dopo la terza media ho cambiato diverse scuole senza portare a termine il percorso- racconta – così quando ho compiuto 18 anni mi sono iscritto al corso per addetto al tessile. Ora sono impiegato di rifinizione, una figura nuova a metà tra l'operario e appunto l'impiegato".
Sono dieci i corsisti che hanno terminato il loro percorso ottenendo la qualifica di addetto alla filatura, tessitura e nobilitazione, la metà ha già un contratto. "Abbiamo organizzato un corso – ha spiegato Lisa Baldini – che dia una conoscenza di tutta la filiera, in modo che ciascuno poi possa trovare la sua strada".
E al Buzzi si guarda già al prossimo corso. "A gennaio – ha annunciato il dirigente scolastico Alessandro Marinelli – partirà quello di addetto alla logistica, in parallelo con la specializzazione che ha preso il via quest'anno".
Intanto le aziende cercano sempre addetti di ogni qualifica "Spesso i giovani – ha sottolineato Maurizio Sarti della Faliero e Sarti che ha partecipato al progetto – credono che l'Eldorado sia all'estero, ma per il tessile è decisamente a Prato, gli stipendi sono quelli del contratto internazionale".
Prato che nonostante l'alluvione si sta rialzando. "Le aziende pratesi investono anche nel personale – ha spiegato Vincenzo Cangioli titolare Pentarif – e quando i clienti vengono in fabbrica si accorgono che a fare la differenza sono proprio le persone a cui tramandiamo i nostri saperi"
E a proposito di clienti, Cangioli sottolinea certi comportamenti non specchiati: "Ci sono gruppi – ha raccontato – che l' 8 novembre, a distanza di una settimana dall'alluvione, hanno deciso di posticipare tutti i pagamenti a fine anno a causa di possibili ritardi nelle consegne".
Al progetto ha partecipato anche Giolica "Abbiamo la necessità- ha sottolineato Lorenzo Marini – di trasferire le conoscenze alle nuove generazioni e questi corsi ci aiutano nel percorso di cambio generazionale".
aa
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