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Il Comune chiede alle candidate se sono incinta o hanno figli piccoli, è polemica


La denuncia è partita da uno dei vincitori che poi ha rinunciato al posto. Interrogazione di Curcio (Lega). L'assessore Squittieri: "Uffici in buona fede ma togliamo tutto, non voglio dubbi e disagip per chi è chiamato a rispondere". Sciumbata (Lista Biffoni): "Il chiedere è un'attenzione in più. Avanti così". L'onorevole Mazzetti (FI) annuncia una interrogazione parlamentare


Redazione


Sei incinta? E se si a che mese? Hai figli di età inferiore a un anno? E se si quale è la loro data di nascita? Non è l'indagine sanitaria di un medico a una sua paziente ma bensì le domande riportate nel modulo per l'accettazione del posto in graduatoria che il Comune di Prato ha presentato ai 21 vincitori del concorso per amministrativi per poi procedere con la procedura di assunzione.
Il modulo comunque, è lo stesso per tutti i concorsi. La denuncia, attraverso le colonne del quotidiano Repubblica e con il supporto della Funzione pubblica della Cgil, l'ha fatta un uomo, Tommaso Grassi, ventesimo di quella graduatoria ma poi rinunciatario. "Mi auguro che il Comune cambi quel modulo o che comunque le vincitrici del concorso si rifiutino di firmare quella parte. E' grave in assoluto e lo è ancora  di più se si considera che quelle 21 assunzioni almeno al momento sono scaglionate nel  tempo. Quel documento è discriminatorio e offensivo".
L'assessore al personale, Benedetta Squittieri, riferendosi a questa graduatoria in particolare specifica che il problema non si pone perchè le assunzioni saranno fatte in blocco e non dilazionate nel tempo per cui nessuno dei vincitori si potrà sentire discriminato. In generale, sulla presenza di quelle domande sul modulo per l'accettazione del posto in graduatoria, garantisce la buona fede dei suoi uffici: "Non era intenzione del Comune vessare e discriminare, casomai  il contrario. L'obiettivo era avere una visione completa dei neoassunti per assegnarli alle mansioni più adeguate alla loro condizione. Abbiamo un documento di valutazione dei rischi estremamente attento. Quelle domande probabilmente ne sono la conseguenza. Chiamiamolo un eccesso di zelo. Comunque non voglio che quella parte del modulo ingeneri anche il più piccolo dubbio in chi lo legge, per cui verrà tolto tutto. Mi dispiace e mi scuso con le donne che nel rispondere a quelle domande abbiano provato disagio e si siano riguardate a segnalare il problema".

La polemica però infuria. Il consigliere comunale della Lega, Marco Curcio ha già presentato sull'argomento un'interrogazione al sindaco in vista del prossimo Consiglio comunale, "per fare chiarezza su questo episodio di sessismo e chiedere le scuse dell'Amministrazione comunale". Le colleghe del Carroccio dei Comuni di Poggio e di Vernio Elena Chiti e Francesca Storai, attaccano: "Un'intrusione nella vita privata delle persone, con un profilo discriminatorio, al limite del sessismo. Un fatto grave, per certi versi molto umiliante per le donne, dopo tanti anni di battaglie per l'uguaglianza dei diritti. Ogni giorno siamo subissati da proclami di uguaglianza, ritenendo discriminatorio anche indicare padre o madre, e poi una donna che partecipi ad una selezione pubblica si trova a dover dichiarare il suo impegno di madre: la coerenza vorrebbe altro! Purtroppo c'è chi si riempie la bocca di buone parole, ma poi succedono queste cose e si ritorna indietro di anni".  
La presidente della commissione 5 e capogruppo della lista Biffoni, Rosanna Sciumbata, difende invece la scelta degli uffici e invita l'assessore Squittieri a mantenere quelle domande: "Il chiedere è un'attenzione in più per collocare la persona nella postazione più adeguata alla sua situazione familiare. Se si ritiene che il testo sia ambiguo, precisiamolo in modo che sia più chiaro, ma lasciamo quelle domande. In tanti anni il Comune non ha mai ricevuto alcuna denuncia. Vuol dire che le donne l'hanno interpretata nel modo corretto. D'altronde si tratta di persone già assunte, quindi non c'è alcuna volontà discriminatoria".
Di Medioevo parla l'onorevole di Forza Italia Erica Mazzetti: “Come si può chiedere alle donne se sono incinta o hanno figli piccoli? E la toppa con la quale l'amministrazione comunale ha tentato di rimediare è peggiore del buco: dicono che si trattava di un segnale di attenzione per le donne. Il Pd prenda le distanze da questa vicenda assurda. Io presenterà una interrogazione urgente per stigmatizzare un fatto inaccettabile”.
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