Una raccolta di firme per dire no all'impianto di frantumazione inerti a Iolo. Il comitato, che ufficialmente si costituirà martedì prossimo, è già al lavoro e pronto a tutto pur di evitare che vada in porto il progetto di Comune, Provincia e Regione di adeguare i rispettivi piani urbanistici per far sì che a Iolo, così come a Casale, due terreni diventino idonei ad ospitare attività che lavorano gli inerti. Il comitato proprio non ne vuol sapere e pur di mettere un freno all'iter già avviato dagli enti ha contatto due avvocati, uno di Firenze e l'altro di Prato, e ingegneri civili e ambientali.
“Questa zona – hanno spiegato Barbara Michelagnoli, Simone Masi e Marco Boretti che stanno tirando le fila assieme a decine di residenti e commercianti della frazione – non può sopportare un impianto di questo tipo. Non ci sono le condizioni. Il terreno individuato è a ridosso delle abitazioni e degli impianti sportivi, confina con l'autostrada, sotto ci passa il metanodotto, è vicinissimo a un fangodotto, è praticamente attaccato alla rotatoria che è l'ingresso principale alla frazione: la nostra opposizione non è contro l'insediamento di un'azienda che dà lavoro a decine di famiglie, ma contro una scelta che non è sostenibile e che non è stata concordata. Una scelta calata dall'alto, senza considerare minimamente gli abitanti”.
Nelle settimane scorse Comune, Provincia e Regione hanno siglato un'intesa per adeguare due terreni a ospitare aziende di frantumazione inerti (LEGGI). Fino ad oggi, in tutta la provincia, non esistono siti destinati a questo tipo di lavorazione. Un vero handicap per un'azienda, come la Varvarito lavori che conta più di 100 dipendenti, costretta – come altre simili, del resto – a lavorare su terreni con una destinazione d'uso diversa e solo con autorizzazioni temporanee. Obiettivo di Comune e Provincia è dare una soluzione definitiva alla questione.
“E' stato fatto uno studio di impatto ambientale? Ce lo facciano vedere – dicono i cittadini di Iolo – e ci facciano vedere anche le carte che spiegano come e perché si è arrivati a questa scelta”. Il comitato non farà una battaglia solitaria: già presi contatti con il comitato di Casale e presto sarà fatto lo stesso con quelli di San Giusto e Tobbiana. A preoccupare non è solo “il carico di mezzi pesanti che si riverserà sulle strade alle porte di Iolo o la svalutazione economica degli immobili”: “Respireremo polveri e si sa che le polveri sottili si spostano per chilometri. E in più, lavorazioni di questo tipo comportano la formazione di collinette di inerti che certo non sono un bel biglietto da visita neppure con una schermatura”.
In attesa di organizzare un incontro pubblico al quale invitare anche il sindaco, il comitato “No all'impianto di frantumazione inerti nella frazione di Iolo” ha aperto una pagina Facebook per informare circa la propria attività e ha incassato i primi consensi. “Sono al fianco di questi cittadini – ha detto Marilena Garnier, consigliere comunale indipendente appena fuoriuscito dal gruppo civico che ha sostenuto il sindaco Biffoni alle elezioni – non è sostenibile la scelta fatta. Mi batterò per evitare l'insediamento e già al prossimo Consiglio comunale presenterò un'interrogazione. Questa scelta non è casuale e viene da lontano”.
Una nota è arrivata anche da Sandro Ciardi di Prato con Cenni: "La scelta dei siti idonei alla Varvarito ha messo in chiara luce quanto poco a cuore Biffoni abbia le sue care frazioni. Fa sorridere al tal proposito l'iniziativa organizzata dal Pd sull'urbanistica: molte chiacchiere, molti distintivi e poi nel cuore Tra Tobbiana, Iolo e San Giusto questa giunta vuole insediare la Varvarito. Francamente non si capisce perché sia stata scelta questa zona dove il Pd ha raccolto molti voti e per le prossime elezioni sarà un boomerang clamoroso. Intanto il sindaco è riuscito a diventare impopolare in tutta l'area".
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