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Soddisfazione, ma anche una leggera apprensione nell’attesa di vedere seguire i fatti alle parole, da parte dei primi cittadini pratesi, all’indomani dell’approvazione, della mozione presentata alla Camera dal segretario nazionale del Pd Dario Franceschini, con la quale si chiede, per Comuni e Province, l’allentamento del cosiddetto “Patto di stabilità interno” che permetterebbe agli Enti locali di fare nuovi investimenti. Il plauso all’iniziativa arriva dal sindaco di Prato Marco Romagnoli e dei sindaci dei Comuni pratesi (Ilaria Bugetti/Cantagallo, Doriano Cirri/Carmignano, Ivano Menchetti/Montemurlo, Marco Martini/Poggio a Caiano, Annalisa Marchi/Vaiano, Paolo Cecconi/Vernio). “Finalmente – dicono – il governo si è accorto che, anche per attenuare gli effetti della crisi che sta colpendo l’economia nazionale, occorre dare respiro a Comuni e Province, consentire loro di investire in quella miriade di opere, piccole e grandi, necessarie per le loro collettività, che oltretutto in questo momento rappresenterebbero un toccasana per il sistema produttivo, per le imprese e per gli stessi lavoratori”.La mozione, accolta anche dal governo, chiede fra le altre cose di escludere dai saldi del “Patto di stabilità” i residui dei pagamenti per gli impegni già assunti dalle amministrazioni, nonché di utilizzare gli avanzi di amministrazione per gli investimenti di medio importo realizzabili entro il 2009. “Se queste condizioni si verificheranno – dicono i sindaci – immetteremo soldi veri nel tessuto economico, potendo liquidare lavori eseguiti e, quindi, saldare imprese e committenti che attendono da tempo. Ma quello che è più importante è che qualche milione di euro in più potrebbe essere investito in nuove opere pubbliche. Respiro per i Comuni e le Province e respiro per il mondo economico. Vere misure anticrisi in una situazione di emergenza”.Romagnoli e i suoi colleghi sindaci aggiungono: “Vogliamo credere che il governo, che ha dato parere favorevole alla mozione del segretario del Pd, sia conseguente nei suoi atti. L’Anci da tempo chiede il reintegro totale Ici. Se ciò avvenisse sarebbero altri soldi da impiegare in servizi, a sostegno del reddito delle popolazioni. Basta poco per attivare circuiti virtuosi. Comuni e Province non chiedono la luna, né di venire meno al rigore finanziario. Chiedono soltanto ciò che è loro dovuto e di essere messi nelle condizioni reali di contribuire ad allentare la morsa della crisi, che colpisce le imprese, le famiglie, i lavoratori”.
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