Per far tornare i conti il Centro Pecci licenzia in tronco due dei diciotto dipendenti. La lettera con la triste comunicazione è stata data a mano ieri, lunedì 28 agosto, a uno dei due e mette nero su bianco le motivazioni che hanno portato a questa decisione: caro bollette e taglio dei contributi da parte del Comune e della Regione. Le stesse motivazioni che nel 2022 hanno fatto chiudere il bilancio con una perdita di 333mila euro non coperta da riserve al contrario di quelle registrate nel 2020 e nel 2021.
Peccato però, che quest'anno non si sia verificata la stessa impennata sui costi energetici e che appena 40 giorni fa, nella commissione 6, Controllo e garanzia, del Comune di Prato il presidente della Fondazione Lorenzo Bini Smaghi abbia rassicurato maggioranza e opposizione sui conti di quest'anno definendoli "in pareggio" e che anzi l'obiettivo era "mettere in riserva 50mila euro. Se non succedono cose che stravolgono come il caro bollette del 2022, siamo in equilibrio".
Qualcosa chiaramente non torna e la Funzione pubblica della Cgil è già sul piede di guerra anche perchè non più tardi di un mese fa avveva ricevuto ampie rassicurazioni sullo stato di salute dei conti: "Il 31 luglio – afferma Alessio Bettini, funzionario Cgil con delega a enti locali e federculture a Notizie di Prato – i vertici del Pecci ci hanno detto che non ci sarebbero state ripercussioni nell'immediato. Poi ci convocano il 28 per annunciarci licenziamenti già notificati quando invece il contratto di Federculture prevede che le ristrutturazioni quale questa è, siano frutto di un confronto sindacale. Tra l'altro prima di questi licenziamenti ci risulta che il Pecci abbia trovato collaborazioni esterne per far in modo che il lavoro svolto dai due licenziati sia poi portato avanti da loro. Ci sono tanti comportamenti e decisioni che non possono essere accettati e su cui Bini Smaghi deve risponderci. Domani daremo un quadro completo della situazione con la UilFpl".
UilFp che attraverso la responsabile pratese Patrizia Pini non usa mezzi termini: "E' inaccettabile. Non è stata rispettata la procedura sindacale necessaria e ai tavoli siamo stati tranquillizzati. La cultura senza etica non è niente".
Altro punto da chiarire è il braccio di ferro legale con l'ex direttrice Cristiana Perrella che ha portato il Pecci davanti al giudice del lavoro. Ancora non è chiaro come sia finita e quanto sia costato trovare un eventuale accordo.
La seconda persona licenziata non ha ancora ricevuto la lettera per cui si è scatenato il panico tra i dipendenti per capire se sarà uno di loro il malcapitato. Una sorta di roulette russa applicata alla vita delle persone.
Nel primo pomeriggio il cda del Pecci ha diffuso un comunicato in cui sottolinea "la necessità di garantire la sostenibilità a lungo termine del Centro" nella consapevolezza "dell’impatto che questo decisione ha sulle vite di chi lavorava qui e sul team nel suo complesso, vogliamo però garantire che abbiamo agito con la massima considerazione per il benessere delle persone e per il futuro della Fondazione nel suo insieme, tenendo aggiornati nelle scorse settimane gli interlocutori istituzionali e le sigle sindacali. Comprendiamo le preoccupazioni e i dubbi di tutti ma riconosciamo – e abbiamo riconosciuto personalmente e con grande rispetto – l’impegno e il contributo che queste persone hanno fornito al Centro. Vogliamo garantire anche la massima trasparenza e rimaniamo a disposizione anche delle rappresentanze sindacali per dare tutti gli approfondimenti del caso". Nessun riferimento alle rassicurazioni date alla commissione consiliare e ai sindacati sullo stato di salute dei conti 2023 fino a poche settimane fa e nessuna spiegazione tecnica sulle motivazioni addotte nella lettera di licenizamento.
In una nota il principale socio della Fondazione, il Comune, sottolinea che presidente e cda "devono dare spiegazioni per i due licenziamenti a cui si è proceduto senza un confronto aperto con le rappresentanze sindacali. E' evidente – affermano il sindaco Matteo Biffoni e l'assessore alla Cultura Simone Mangani – che si deve ripartire da un tavolo di confronto e che la decisione più grave che un Cda possa prendere, ovvero il taglio del personale, non è stata condivisa con i soci. Comune e Regione si sono sempre fortemente interessati al Centro Pecci sotto ogni profilo, compreso quello del personale, così come sul fronte del sostegno finanziario al museo. La gestione spetta al Cda, peraltro in prorogatio, al suo Presidente e al Direttore, a loro spetta di spiegare un fatto compiuto. Adesso è necessario intraprendere una trattativa con i sindacati per trovare una soluzione condivisa. Partendo da un dato: nessuna opzione può essere esclusa". Nessun commento invece da parte della Regione.
Il capogruppo del Centrodestra e presidente della Commissione 6, Leonardo Soldi, annuncia la convocazione d'urgenza di una nuova commissione sulla questione Perrella e su quanto emerso oggi, anticipando quella prevista post estate, perché “il caso solleva serie preoccupazioni in termini di integrità e trasparenza delle informazioni fornite alle istituzioni. Solo poche settimane fa, durante una seduta ad hoc della Commissione Controllo e Garanzia, eravamo stati rassicurati sullo stato dei conti dalla presidenza di Lorenzo Bini Smaghi. Adesso emergono dettagli che contraddicono quelle assicurazioni, un fatto assai grave”. Soldi poi si rivolge ai soci della Fondazione, ossia alla politica: “Mi vedo inoltre costretto a evidenziare la totale assenza del sindaco Matteo Biffoni su questi temi e l’indifferenza della Regione Toscana e del consigliere regionale Ilaria Bugetti, unica rappresentante pratese in quel consesso. Bugetti e Biffoni possono divergere su vari aspetti legati alla gestione del potere all’interno del loro partito, ma sembrano perfettamente allineati nel disinteressarsi dei problemi che affliggono la Fondazione Pecci”.
Il capogruppo della Lega, Daniele Spada parla di un pozzo senza fondo e annuncia "un accesso agli atti per capire meglio la situazione economica che poco tempo fa veniva annunciata come soddisfacente: cosa è cambiato? E non c’era la possibilità di tagliare collaborazioni o altre spese prima di licenziare del personale? Tra un anno, con la vittoria del centrodestra alle elezioni amministrative, ci potrà essere finalmente una svolta per questo disastrato museo, che al contrario di altre realtà culturali cittadine che poco ricevono e molto danno alla città (penso ad esempio al Museo del Tessuto), tanto ha preso e ben poco ha restituito a Prato".
In serata è intervenuta anche la consigliera regionale del Pd, Ilaria Bugetti, definendo quanto accaduto “un fatto grave e tanto più irricevibile poiché avviene in una fase di prorogatio dei suoi rappresentanti. Adesso è necessario da parte del Cda un tavolo con i sindacati per giungere a una soluzione condivisa sulla vicenda. Sul futuro del Pecci serve avviare una riflessione ampia e approfondita: che sappia rispondere e accogliere le prospettive di un’istituzione culturale di grande prestigio per Prato e la Toscana. La Regione e il Comune non hanno mai fatto mancare il loro sostegno all’ente. Nonostante le difficoltà di bilancio che come Regione ci hanno costretto a tagliare i contributi a vari enti, il Pecci è quello che ha subito le conseguenze minori. Indice dell’attenzione che la Regione ha verso questo museo.
I conti non tornano al Pecci e il cda licenzia due dipendenti. E’ polemica
Nella lettera di licenziamento recapitata ieri a una delle due persone licenziate, si indica come causa la tenuta dei conti messo alla prova dal caro bollette e dal taglio dei contributi. Soldi convoca d'urgenza la Commissione 6: "C'è un problema di integrità e trasparenza delle informazioni fornite alle istituzioni". Il sindaco: "Decisione non condivisa con i soci"
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(e.b.)
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