E' stato uno tra i primi ad ammalarsi di coronavirus. Per quasi due mesi ha combattuto una battaglia difficilissima contro quella che a marzo scorso era un'infezione di cui si conosceva assai meno di oggi. Ora che sta bene seppure non ancora tornato ad una vita normale al cento per cento, il paziente, 35 anni, residente a Prato, vorrebbe partecipare al percorso di controllo e monitoraggio dei pazienti guariti dal Covid-19 messo in piedi dalla Regione Toscana. O meglio, messo su carta dalla Regione Toscana perché, pare, che nei fatti non sia partito.
“Sono venuto a conoscenza di questa iniziativa – racconta a Notizie di Prato – si chiama 'follow up' ed è oggetto di una delibera pubblicata dalla Regione il 20 luglio scorso. Il 13 ottobre ho scritto all'Urp della Asl Toscana centro per chiedere di essere inserito nel programma di sorveglianza e da lì in avanti, fino a pochi giorni fa, c'è stata una trafila di e-mail che però non hanno portato a niente. Ho raccontato a grandi linee la mia esperienza di malato Covid e ho anche specificato di essere tra i donatori del plasma iperimmune. Non solo: ho specificato di essere stato indirizzato dal mio medico ad una visita fisiatrica non in regime di follow up: ho pagato il ticket e l'ho fatta”.
La finalità di 'follow up' è “realizzare – come si legge nella delibera – un percorso di continuità assistenziale orientato all'individuazione e al trattamento degli esiti derivanti dal Covid-19, assicurare un approccio multidisciplinare e personalizzato al fine di identificare precocemente eventuali esiti fisici, psicologici e neurocognitivi acquisiti nel percorso di cura, supportare il paziente e i familiari nella corretta conoscenza del decorso della patologia e dei suoi possibili esiti”. Un monitoraggio che serve anche a raccogliere ulteriori informazioni sulle conseguenze che l'infezione lascia“.
“Il 14 ottobre l'Urp della Asl Toscana centro mi fa sapere di aver inoltrato la mia richiesta all'Urp della Regione Toscana – racconta il cittadino – il 19 ottobre l'Urp della Regione risponde alla Asl dicendo che l'attività di follow up è in capo alle aziende sanitarie, il 22 ottobre l'Urp Asl scrive nuovamente alla Regione, e a me in copia, per chiedere informazioni sulla segnalazione del 14 ottobre, alla quale la risposta era già arrivata tre giorni prima”.
Niente di fatto, dunque. Non se ne viene a capo. Il cittadino, che nel frattempo si è preoccupato di chiedere notizie anche al proprio medico di base che, stando alla delibera regionale, è un tassello del percorso: “Non sa nulla di preciso perché evidentemente il meccanismo non è stato messo a punto ma si tratta, mi par di capire, di un progetto scritto, annunciato, ma non decollato. Allora il 23 ottobre ho scritto una nuova e-mail sia all'Urp della Asl Toscana centro che all'Urp della Regione Toscana per comunicare di non aver avuto notizie certe sulla mia richiesta, che il mio medico non ne sa nulla e che sì, questa è una nobile iniziativa ma, almeno a Prato, solo sulla carta. Volevo essere inserito nel programma per avere la certezza di un'assistenza adeguata e multidisciplinare e anche per mettere la mia esperienza al servizio dello studio per aumentare la conoscenza non solo della malattia ma anche delle sue ripercussioni e di come risponde nel tempo un fisico attaccato dall'infezione”.
Guarito dal Covid vuole partecipare al percorso “Follow up” ma si scontra con la burocrazia
Una delibera della Regione Toscana ha introdotto un percorso di assistenza e monitoraggio dei pazienti dopo la guarigione clinica. Un lettore: "Iniziativa nobile ma, almeno a Prato, solo sulla carta"
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