L'aumento di capitale di 4,5 milioni di euro richiesto dal presidente Alessandro Brogi per rafforzare il patrimonio di Gida in vista di grandi investimenti, ottiene il via libera del cda. Non è stato un si unanime. Come annunciato ieri, 7 gennaio, (LEGGI), Confindustria Toscana Nord che è socia dell'azienda di depurazione delle acque con il 45,02%, frena sulla ricapitalizzazione. Dei suoi tre consiglieri ieri sera, due hanno votato contro e uno si è astenuto. I rappresentanti della parte pubblica, costituita da Comune e Consiag che rispettivamente sono soci con il 46,92% e con l'8%, sono rimasti compatti riuscendo così a far passare la proposta di Brogi che ora dovrà affrontare l'assemblea dei soci fissata per il prossimo 24 gennaio. Il clima non è dei migliori come ha dimostrato il comunicato piccato con cui ieri gli Industriali hanno ribattuto a Brogi sottolineando quanto fatto per Gida con un prestito di un milione e mezzo di euro e subendo degli aumenti di costo del servizio.
E' chiaro che il problema è tutto interno agli Industriali. Se dicessero di si all'aumento di capitale sarebbero costretti a frugarsi in tasca per 2milioni e 28.600 euro. Altrimenti vedrebbero annacquato il proprio peso nella società perchè Consiag è pronto a rilevare le quote lasciate scoperte. Confindustria potrebbe decidere di trasformare in capitale il prestito di un milione e mezzo di euro concesso a Gida recentemente. Cosa che permetterebbe all'azienda di alleggerire il proprio indebitamento e di conseguenza di ottenere prestiti maggiori dalle banche. Ipotesi che non sembra entusiasmare l'anima lucchese dell'associazione di categoria che dovrebbe decidere anche se aggiungere la differenza di oltre 500mila euro o se lasciarla in pasto a Consiag. Dilemmi che gli Industriali devono sciogliere in queste due settimane che ci separano dall'assemblea dei soci. Indietro non si torna come si capisce dalle dichiarazioni di Brogi. “Siamo convinti che questa sia la strada giusta e siamo consapevoli dell’impegno già dimostrato dai soci – commenta il presidente Brogi -. In attesa dell’aumento di capitale l’azienda resta concentrata sul fitto programma di investimenti già definito. Mi riferisco in particolare al nuovo essiccatore di Baciacavallo, agli interventi di manutenzione straordinaria sugli impianti esistenti e a tutti gli adeguamenti e ammodernamenti dell’impianto del Calice”.
Intanto stamattina a Gida si è tenuta una riunione della commissione ambiente del Comune. Il presidente Alessandro Brogi e il direttore generale Simone Ferretti hanno illustrato ai commissari il funzionamento dell’impianto di Baciacavallo, con le varie specificità del ciclo di depurazione delle acque industriali e civili.
In attesa di sapere se la Regione darà il via libera al nuovo impianto di termovalorizzazione dei fanghi, all'ingresso è ben visibile l'intervento straordinario sull'inceneritore attuale che di conseguenza è spento da mesi. Cosa che costringe a smaltire fuori tutti i fanghi aumentando notevolmente i costi. Non è un caso che dopo dieci anni di congelamento delle tariffe, fino a oggi le più basse della Toscana, l'azienda sia stata costretta a ritoccarle: da quest'anno il costo sale del 33% a metro cubo. Questo incremento si somma all'una tantum di 700mila euro chiesto alle imprese nel 2019. E in prospettiva l'esborso sarà maggiore perchè con l'attivazione della fognatura separata le aziende saranno chiamate a contribuire in proporzione a quanto inquinano. Fino a oggi si sono limitate a pagare il consumo di acqua stabilito su autocertificazione.
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