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Abbandonare il progetto di ampliamento e immediata chiusura dell’impianto di smaltimento fanghi di Baciacavallo.
E' la richiesta, racchiusa in una mozione, che arriva alla giunta toscana dal gruppo regionale del Movimento 5 Stelle a firma della consigliera Silvia Noferi. Regione che ha appena dato esito positivo alla valutazione d'impatto ambientale del progetto che prevede riammodernamento delle vasche, sostituzione dell’inceneritore e implementazione con un nuovo biodigestore. "Il tutto – spiegano i pentastellati – a poche decine di metri da una zona residenziale e alcuni ricettori scolastici".
E' la richiesta, racchiusa in una mozione, che arriva alla giunta toscana dal gruppo regionale del Movimento 5 Stelle a firma della consigliera Silvia Noferi. Regione che ha appena dato esito positivo alla valutazione d'impatto ambientale del progetto che prevede riammodernamento delle vasche, sostituzione dell’inceneritore e implementazione con un nuovo biodigestore. "Il tutto – spiegano i pentastellati – a poche decine di metri da una zona residenziale e alcuni ricettori scolastici".
Numerose le motivazioni elencate dal gruppo che hanno portato alla richiesta non solo di non potenziare e ammodernare l'impianto, ma anche di chiudere tutto.
Intanto il contesto: "Il nuovo polo industriale – si legge nel comunicato dei Cinque Stelle – andrà ad aggravare una situazione ambientale già ampiamente compromessa che necessiterebbe invece della realizzazione degli interventi mitigatori previsti dal piano strutturale per il Sistema territoriale 6 di Prato, meglio conosciuto come “La città in aggiunta”.
Poi i punti critici. "La normativa Seveso 3 relativa ai grandi rischi – prosegue il comunicato – , prevede che per inceneritori e biodigestori ci sia una distanza minima tra i perimetri degli stabilimenti di 200 metri. In questo caso abbiamo a soli 8 metri l’impianto di sollevamento dell’acqua potabile che rifornisce mezza Prato, mentre a 12 metri di distanza si trovano un turbo-espansore cogenerativo (che processa 25.000 metri cubi l’ora di gas metano) e il gasdotto della Snam".
Il Movimento 5 Stelle fa a pezzi anche il risvolto ecologico dell'impianto di Baciacavallo: "Lo spaccio di questo sito industriale come parte del ciclo dell’energia green è solo l’ennesima presa in giro per i residenti costretti a convivere da oltre trent’anni con le emissioni odorigene dei fanghi che si aggiungono all’inquinamento causato dal traffico veicolare fra i Macrolotti 1 e 2 e all’autostrada A11 in procinto, tra l’altro, di essere ampliata".
Infine l'aspetto sanitario, da sempre punto critico e poco approfondito dell'impatto di Gida sul contesto in cui opera: "A nessuno – conclude Silvia Noferi – interessa indagare sulla qualità dell’aria che i cittadini respirano in questa frazione e lo testimonia sia l'indagine fatta per corrispondenza sull'incidenza della mortalità per tumori al polmone (circa il 30% di risposte) che la totale mancanza di una rete efficiente di centraline di monitoraggio dell’aria (visto che nemmeno quelle che sono state rimosse hanno mai funzionato)".
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