Un aumento di capitale di 4,5 milioni di euro per affrontare con più solidità le sfide del futuro, rafforzare l’azienda e metterla al riparo dalle situazioni contingenti come l'aumento dei costi per il trasporto fanghi su gomma e dalle fluttuazioni economiche.
E’ questa la proposta che il presidente di Gida, Alessandro Brogi, porterà nel tardi pomeriggio di oggi, 7 gennaio, all’attenzione del consiglio d’amministrazione dell’azienda, per confermare i tanti investimenti in programma e rilanciare con forza la posizione di Gida nel panorama regionale degli impianti di depurazione e recupero delle acque industriali e civili: “L’azienda si aspetta sostegno da parte dei soci: Comune di Prato, Confindustria Toscana Nord Lucca Pistoia e Prato e Gruppo Consiag. Gida sta attraversando una fase cruciale per il futuro del distretto ed ha in previsione un piano di investimenti importanti che comprendono prima di tutto il nuovo essiccatore di Baciacavallo, per il quale abbiamo già ottenuto il via libera dalla Regione, gli interventi di manutenzione straordinaria degli impianti esistenti e tutti gli adeguamenti e ammodernamenti dell’impianto del Calice – spiega Brogi -. L’emergenza fanghi, che perdura da oltre un anno e mezzo, ha pesato notevolmente sulla situazione economico-finanziaria dell’azienda. Anche per questo serve uno sforzo in più da parte di tutti. Le sfide che ci aspettano sono fondamentali: basti pensare al maxi progetto di restyling complessivo che riguarda Baciacavallo, per il quale siamo ancora in attesa della Via da parte della Regione. Non possiamo farci trovare impreparati”.
L'aumento di capitale potrebbe rivoluzionare gli assetti societari di Gida. Molto dipenderà da cosa deciderà di fare Confindustria che oggi detiene il 45.08. La decisione di sottoscrivere in pieno l'aumento di capitale non è affatto scontata. All'interno dell'associazione di categoria ci sono posizioni diverse rispetto agli investimenti da fare in Gida. La parte pistoiese e lucchese sembra frenare e quella pratese non è compatta. Una situazione complessa che potrebbe essere alla base delle recenti dimissioni dal cda di Gida di Franco Ciampolini, uno dei principali imprenditori del settore di finissaggio.
Nel caso gli Industriali rinunciassero in tutto o in parte all'aumento di capitale richiesto da Brogi, ci sarebbe la possibilità per gli altri due soci, Comune e Consiag, di fare propria quella quota aumentando così il proprio peso societario. Cosa che sembra interessare molto a Consiag, oggi in Gida con l'8 per cento. L'operazione è vista di buon occhio dal Comune che essendo socio di Consiag aumenterebbe così il proprio controllo su Gida, ora pari al 46,92%. L'amministrazione comunale ha quindi il pacchetto di maggioranza relativa, ma appunto, essendo tale incontra nel suo cammino più di un ostacolo nel determinare la strada da percorrere. Chissà se domani cambierà qualcosa.
Intanto, però, c'è da registrare la dura presa di posizione di Confindustria Toscana Nord che non ha gradito l'uscita di Brogi a poche ore dal Consiglio di amministrazione: "Leggiamo con non poco stupore – scrive Ctn – le dichiarazioni del presidente di Gida Alessandro Brogi circa proposte che intende portare al Consiglio di amministrazione di stasera e che irritualmente ha ritenuto di esternare alla stampa prima ancora di sottoporle ai consiglieri e di – casomai – anticiparle ai soci. Il problema è, in sé e per sé, ben noto anche a Confindustria Toscana Nord, e non da ora".
Dagli industriali parte poi una vera e propria dichiarazione di guerra nei confronti dei vertici della società: "Sono anni – prosegue la nota – che questa associazione esprime fortissime preoccupazioni per la tenuta dei conti di Gida, messi a dura prova da una situazione impiantistica che avrebbe richiesto investimenti in grado di frenare l'emorragia di denaro dovuta all'esternalizzazione di servizi, primo fra tutti lo smaltimento dei fanghi. Investimenti che la società avrebbe potuto fare se vi fosse stato un atteggiamento di maggior apertura e disponibilità da parte delle istituzioni pubbliche, restie, come troppo spesso accade, a impegnarsi nella realizzazione di infrastrutture con valenza ambientale".
Infine l'ultima considerazione che, tradotta in "soldoni", sembra preannunciare un no ad ulteriori esborsi. "La consapevolezza della necessità per Gida di denaro fresco è talmente viva in Confindustria Toscana Nord – si legge – che quest'ultima – cosa che il presidente Brogi omette di citare nel suo intervento – ha versato il 30 dicembre nelle casse della società 1,5 milioni di euro a titolo di prestito, a condizioni di estremo favore per la ricevente. Non ci risulta che analoghe iniziative siano state assunte dagli altri soci di Gida. Va aggiunto inoltre che le imprese che fruiscono del servizio di depurazione hanno accettato di accollarsi nel 2019 un incremento una tantum di 700.000 euro, sempre al fine di immettere in Gida denaro fresco e di venire incontro alle necessità finanziarie della società; anche per il 2020 si profilano per le imprese consistenti oneri aggiuntivi". Insomma, gli industriali sembrano dire: "Noi abbiamo già dato".
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