Gara trasporto pubblico, soluzione lontana: il Consiglio di Stato affida una superconsulenza

Neppure il 2020 sarà l'anno di Autolinee Toscane. La pratese Cap e le consorelle che formano il consorzio Mobit dovrebbero restare al loro posto ancora per qualche mese, sempre che la Regione non decida di aggiudicare la gara del trasporto pubblico locale alla cordata della francese Ratp prima del pronunciamento del Consiglio di Stato sulla correttezza del Piano economico finanziario (Pef) presentato da Autolinee Toscane e ampiamente criticato dalle consorziate. Pronunciamento che non arriverà prima di marzo: ad allora, infatti, è stata rinviata la decisione sull'ultimissima carta amministrativa che Mobit ha a disposizione per ribaltare l'aggiudicazione della gara. Il Consiglio di Stato ha deciso di affidare a tre ordinari di Economia delle Università di Milano, Perugia e Modena, una superconsulenza sui Pef presentati dalle due cordate.
Complicata, complessa e farcita di troppi tecnicismi la parte – canoni di leasing e quote di interessi – su cui Mobit insiste allo scopo di mettere in discussione l'esito della gara diventata oggetto di una infinita guerra di carte bollate. In gioco ci sono 11 anni di servizio e 4 miliardi di euro. La prima aggiudicazione risale al 2016, la seconda al 2019; ed è proprio su questo secondo passaggio che il consorzio ha incardinato la controversia che ha spinto il Consiglio di Stato a chiedere il giudizio ai tre esperti di economia e finanza.
Intanto la folta schiera di avvocati che difende gli interessi di Mobit – otto professionisti con approfondita conoscenza del sistema dei bandi di gara internazionali – ha portato all'attenzione del Consiglio di Stato un ulteriore elemento: l'inchiesta penale aperta dalla procura di Firenze e nella quale Mobit risulta parte offesa. Si tratta dell'inchiesta che ipotizza i reati di falso in atto pubblico, abuso d'ufficio, turbativa d'asta in concorso e induzione a promettere o dare utilità che, se accertati, minerebbero alle fondamenta l'aggiudicazione ad Autolinee Toscane. Sul registro degli indagati, accusati a vario titolo, sono finiti l'ex presidente della Regione Enrico Rossi, due dirigenti regionali dell'area Trasporti e dell'Ufficio gare, l'intera commissione che aggiudicò la gara, un dirigente dell'Irpet ed un altro professionista.
Tra i primi ad esprimere soddisfazione per la scelta del Consiglio di Stato di affidare la propria decisione finale all'esito della superconsulenza è Patrizio La Pietra, senatore di Fratelli d'Italia: “La Consulenza tecnica d'ufficio e l'inchiesta della procura fiorentina – il suo commento – dovrebbero essere attentamente valutati dal nuovo Governo regionale consigliandogli di sospendere l'aggiudicazione ad Autolinee Toscane fino a che la situazione non sarà chiarita definitivamente. Ogni azione, ora come ora, potrebbe rivelarsi sbagliata: penso – spiega La Pietra – all'eventuale passaggio di proprietà di mezzi ed immobili: sarà possibile tornare indietro se la procura dovesse rilevare profili di colpevolezza? Una sospensione, invece, permetterebbe alle aziende che attualmente gestiscono il servizio di lavorare con tranquillità, condizione ora più che mai necessaria considerando l'emergenza sanitaria. In questo momento occorre responsabilità”.