77
Allargamento dell'assemblea dei soci con un'attenzione particolare al terzo settore e alla realtà economica e culturale del territorio, divieto di delega e estensione a tutti i soci della facoltà di eleggerne di nuovi. Punta a una maggiore apertura verso la città la riforma dello Statuto della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato elaborata e approvata dal Consiglio d'Indirizzo e dal suo presidente Franco Bini.
Ieri, 6 ottobre, il passaggio in assemblea che ha un ruolo consultivo e dove non è mancato un dibattito acceso. Gli appunti e le indicazioni che ne sono scaturiti saranno valutati dall'organo d'indirizzo dell'ente ex bancario che porterà il progetto di revisione dello Statuto, condotto da novembre scorso in collaborazione con Acri, al ministero dell'Economia e delle Finanze per la definitiva approvazione.
Ieri, 6 ottobre, il passaggio in assemblea che ha un ruolo consultivo e dove non è mancato un dibattito acceso. Gli appunti e le indicazioni che ne sono scaturiti saranno valutati dall'organo d'indirizzo dell'ente ex bancario che porterà il progetto di revisione dello Statuto, condotto da novembre scorso in collaborazione con Acri, al ministero dell'Economia e delle Finanze per la definitiva approvazione.
Vediamo nel dettaglio cosa cambia.
L'aumento dei soci va da 120 a 140: 84 sono designati dall’assemblea e 56 (prima erano 36) da enti pubblici, categorie economiche, istituzioni culturali e Diocesi di Prato. "L’ampliamento del numero dei soci – ha spiegato il presidente Bini – è legato all’obiettivo di dare valore al ruolo della comunità locale, delle categorie economiche e produttive, delle istituzioni culturali e delle professioni".
Nel progetto le designazioni degli enti locali territoriali passano da 12 a 15, quelle degli enti e organismi economici da 11 a 16 tra cui una persona sarà indicata dall'associazione indipendente Prato futura che riunisce imprenditori e professionisti; le designazioni degli organismi professionali passano da 7 a 10, quelle delle istituzioni culturali da 6 a 11 e tra queste fa ingresso per la prima volta la Biblioteca Roncioniana. Altra novità: la Diocesi di Prato potrà designare quattro soci ma dovranno essere attinti dal terzo settore sulla base “delle qualità e la comprovata esperienza maturate nel mondo della cultura, dell’educazione, istruzione e formazione giovanile, del volontariato, filantropia e beneficenza”. Stessa indicazione per le designazioni provenienti dagli enti locali territoriali.
Interventi importanti vengono proposti anche sul fronte dell’attività dell’assemblea con lo scopo di valorizzarne il ruolo e la partecipazione dei soci: con l’abolizione dell’articolo 13 comma 1 viene estesa a tutti i soci la facoltà di eleggere nuovi soci, mentre con l’abrogazione dell’articolo 20 viene abolita la facoltà di delega e quindi incoraggiata la partecipazione diretta e lo svolgimento di un ruolo attivo. La tecnologia viene in soccorso di chi, per problemi di salute o di età, non può muoversi da casa. Sarà promosso dunque l'uso di collegamenti on line.
Infine il Consiglio di indirizzo passa da 14 a 16 membri: 8 nominati dall’assemblea e 8 designati dagli enti istituzionali, economici e culturali.
Tale riforma si aggiunge a quella approntata un anno fa per abbassare i quorum delle procedure di voto per l'elezione dei nuovi soci e del Consiglio d'indirizzo, e completa l'opera di ammodernamento e apertura alla città dell'ente voluta dal suo presidente sin dal primo giorno in carica: "Credo che con questi interventi – conclude Bini – si garantisca la pluralità e siano rappresentate tutte le anime della nostra Prato senza che nessuno si senta superiore agli altri. Il confronto con chi non la pensa come te è sempre fonte di ricchezza e di crescita".
(e.b.)