Trentaquattro positivi e altri 16 con una carica virale bassa, tutti asintomatici. I primi sono stati divisi in gruppi: una parte è stata già trasferita all'hotel Datini e un'altra parte verrà trasferita domani, martedì 17 novembre, all'hotel San Marco, i due alberghi convertiti in sanitario; tutti gli altri, invece, sono in attesa di ripetere il tampone. E' questa la situazione aggiornata dei richiedenti asilo ospitati a Santa Caterina, la struttura di accoglienza gestita da Coop 22 della fondazione Opera Santa Rita. Una situazione delicata ma sotto controllo dopo che il prefetto nel fine settimana ha convocato il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica e istituito una vigilanza 24 ore su 24 sia davanti al centro di accoglienza che davanti agli alberghi sanitari in modo da evitare che si ripetano fughe potenzialmente pericolose. La settimana scorsa sono stati almeno quattro i richiedenti asilo che si sono allontanati nonostante l'obbligo della quarantena: tutti sono stati denunciati.
“E' una situazione che riguarda tutta Italia, Prato non fa eccezione – ha spiegato Fabio De Fanti, vicario del prefetto – l'intera struttura è stata messa in quarantena perché sono emersi casi positivi e altri se ne potrebbero aggiungere visto che i ragazzi vivono in comunità. Non ci sono preoccupazioni giustificate: il prefetto e il questore seguono personalmente e costantemente la situazione. La struttura è stata alleggerita con il trasferimento dei positivi negli alberghi sanitari e la vigilanza è strettissima”.
E' stata la Coop 22 nei giorni scorsi a chiedere l'intervento della prefettura: “Ci è stato chiesto un supporto per controllare i richiedenti asilo – ancora De Fanti – e mediatori culturali per convincere i ragazzi affetti da coronavirus a spostarsi temporaneamente negli alberghi senza fare resistenza”.
Non tutti gli ospiti hanno accettato il loro destino di positivi e non tutti gli ospiti con una carica virale bassa hanno accettato di stare in quarantena. Due di questi ultimi si sono presentati qualche giorno fa al comando provinciale dei carabinieri con il referto di un secondo tampone a cui si sono sottoposti privatamente e, come verificato dalla ricevuta allegata, pagando di tasca propria: uno a Prato, l'altro in provincia di Pistoia. Negativi entrambi, ma entrambi hanno violato l'obbligo dell'isolamento e ne risponderanno. Non solo: la Asl non riconosce l'esito di tamponi effettuati in strutture diverse da quelle pubbliche ed è questo il motivo che ha spinto i due giovani a rivolgersi ai carabinieri. Non è stato facile convincerli che è necessario aspettare il risultato della Asl. “E' solo dopo il secondo tampone fatto da noi – ha spiegato Lorena Paganelli, direttore della Società della Salute – che definiamo il quadro”. Un iter a garanzia di tutti, positivi e non.
La questura si occupa di controllare la struttura di Santa Caterina, mentre gli hotel sono controllati a turno da carabinieri e polizia: “Non c'è una situazione che giustifichi un allarme – ha concluso il vicario del prefetto – stiamo seguendo in modo continuativo gli ospiti del centro di accoglienza con disposizioni precise dettate dal prefetto al termine della riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica”.