Da ieri pomeriggio, 19 ottobre, anche medici di famiglia e i pediatri potranno prescrivere i tamponi rapidi, canale preferenziale per gli studenti, in grado di dare una risposta nell'arco di 30 minuti. I software del sistema informatico sono stati quindi aggiornati e le famiglie, con la prescrizione, potranno recarsi direttamente ai Drive Through per effettuare i controlli. In caso di positività resta obbligatorio il tampone orofaringeo, ma questo primo screening permette di allentare la pressione sui laboratori, oberati di richieste.
I tamponi rapidi, infatti, funzionano come un test di gravidanza: su uno strip vengono messe alcune gocce del reagente dove è stato immerso il tampone. In caso di doppia striscia colorata il soggetto è positivo, una sola indica la negatività.
Nessun passo avanti, invece, per quanto riguarda la possibilità che siano gli stessi medici ad effettuare i tamponi. La proposta era stata lanciata dalla Regione Toscana, ma non è stata raccolta. “Il linea teorica – ha spiegato Guido Moradei presidente dell'ordine dei medici di Prato – è una buona soluzione che potrebbe sveltire ulteriormente le procedure, ma nella pratica è irrealizzabile visto che mancano gli spazi dove effettuare i tamponi e in questo momento anche il tempo. Le richieste per il vaccino antinfluenzali sono molte e si sommano al lavoro quotidiano che, con l'arrivo dei primi freddi, generalmente aumenta”.
A frenare i medici è la mancanza di un ambulatorio dedicato dove effettuare i tamponi, visto che negli studi associati difficilmente è a disposizione una stanza isolata con un percorso dedicato.
Dalla viceprersidente dell’Ordine dei medici Rosanna Sciumbata arriva invece un’ altra proposta: “Il direttore generale deve convocare un tavolo per trovare una soluzione al problema dei tamponi. I medici sono gli unici sempre presentii. Spesso ci facciamo carico anche di compiti di altri enti che, invece, non danno risposte ai pazienti.”