118
Riproduzione vietata
La moria di pini nell’area del Monteferrato, attaccati dal Matsucoccus feytaudi (insetto che si nutre della linfa vegetale del pino marittimo portandolo alla malattia e aprendo la strada ad altri insetti che ne causano la morte), è una situazione che l’Amministrazione provinciale sta monitorando da tempo e per la quale è stato avviato un percorso di verifica e soluzione. Per fare il punto sulla situazione e per valutare le azioni di intervento utili per aggredire la malattia e per salvaguardare e, dove necessario, ricreare gli habitat distrutti, la Provincia promuove per domani, mercoledì 9 dicembre, una giornata di studio. Il convegno “Ripristino selvicolturale e ambientale del Monteferrato” si terrà a partire dalle 9,30 nel salone degli Stemmi di palazzo Novellucci. Dopo l’apertura dei lavori da parte di Alessio Beltrame, assessore a Valorizzazione delle risorse naturali e aree protette, interverranno Daniele Viciani (Università di Firenze), Pio Federico Roversi (CRA ISZA), Alessandro Guidotti (ARSIA), Carlo Campani (ARPAT), Roberto Danti (CNR) e Giovanni Filiani della Regione Toscana.Nel 2003 il Centro di Scienze naturali ha documentato nel Monteferrato la presenza dell’insetto, da allora sono state avviate le fasi di monitoraggio col supporto di tecnici specializzati nell’ambito del progetto META (Monitoraggio Estensivo dei boschi della Toscana a scopi fitosanitari). Una ulteriore sperimentazione ha interessato l’impianto di parcelle sperimentali provenienti da esemplari resistenti di pino marittimo, per valutarne l’attecchimento nel contesto del Monteferrato. Quest’ultima iniziativa, proposta dall’Agro-Dendro Studio in sinergia con il CSN e il CRA ISZA (Consiglio Ricerca e Sperimentazione – Istituto Sperimentale per la Pioppicoltura, Unità di Ricerca Forestale di Roma) è stata accolta dall’ANPIL (Aree Naturali Protette di Interesse Locale) del Monteferrato e dalla Comunità Montana Val di Bisenzio, che hanno provveduto alla messa a dimora di 206 piantine immunoresistenti.La zona interessata dall’insetto si estende per circa 4-500 ettari, un’area che per le dimensioni e per la presenza di molti terreni di proprietà privata (solo 50 ettari sono di proprietà pubblica) pone anche un problema di fattibilità economica. Allo studio c’è la possibilità di rendere economicamente sostenibile gli interventi sfruttando i materiali del taglio per scopi energetici all’interno della filiera delle biomasse. Un progetto in fase embrionale che vede coinvolta anche la Comunità Montana.
Riproduzione vietata