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Dopo un paio di mesi di tregua sul fronte del Covid 19, anche a Prato stanno ricominciando a salire i tamponi positivi e con loro i problemi di gestione delle varie situazioni da parte dell'Asl. Con il risultato che, chi ha la sfortuna di risultare positivo al coronavirus, poi si trova a dover affrontare una vera e propria odissea.
E' il caso ad esempio di un'avvocato di 33 anni di Prato ma con residenza in Versilia, che adesso non solo non riesce a trovare il modo di fare i tamponi di controllo, ma rischia anche di essere denunciata per mancato rispetto della quarantena. "Sono stata ricoverata nell'ospedale di Prato il 4 settembre – racconta -. Mi hanno riscontrato la polmonite e la positività al Covid 19. L'8 settembre sono stata dimessa e ho optato per passare la quarantena a casa dei miei genitori a Prato. Da allora, però, non mi è più arrivata nessuna comunicazione da parte dell'Asl, mentre ho saputo che i carabinieri si sono presentati alla mia casa di residenza per controllare se rispettavo l'isolamento".
In questa situazione kafkiana, la ciliegina è stata poi la difficoltà di comunicazione con l'Asl. "Non sapendo cosa fare – prosegue – ho chiamato il numero dedicato dell'Asl. Missione quasi impossibile, visto che è costantemente occupato. Stamani, finalmente, dopo due ore e mezza di attesa mi ha risposto un'operatrice che si è limitata a dirmi che devo chiamare l'Asl di Viareggio e che non è un problema loro. Ho provato a spiegare che io ho indicato chiaramente nei moduli di dimissione che avrei passato la quarantena a Prato ma, per tutta risposta, mi hanno attaccato in faccia".
Così adesso la paziente non solo non ha i certificati che le servono per i rimborsi dell'assicurazione ma non sa nemmeno come fare per i tamponi di controllo, il primo dei quali dovrebbe essere domani: "Ho la polmonite – dice – ma nessuno viene a casa. Inoltre senza appuntamento non posso nemmeno andare nei drive through, perché rischio la denuncia per aver lasciato l'isolamento senza autorizzazione. Non mi resta che chiamare i carabinieri".
Situazione analoga per la madre di una ragazza minorenne, risultata positiva al tampone due settimane fa e che venerdì si è sottoposta al tampone di controllo. "Sabato ho provato a chiamare l'Ufficino di Igiene per sapere il risultato – spiega la donna, che vuole mantenere l'anonimato – ma è stato impossibile contattare l'ufficio ai vari numeri telefonici per tre ore consecutive. Nessuno mi ha mai risposto. O suonava a vuoto, o era occupato o cadeva la linea. Sono quindi andata di persona ma non hanno voluto darmi il risultato, perché sono dati sensibili (io sono la mamma e la ragazza è minorenne). Mi hanno detto di controllare il sito della Regione Toscana, cosa che ho fatto tutto il fine settimana e stamani stesso, ma senza successo. Quindi sono tornata alla carica, anche perché in tutti i casi, avrei avuto bisogno di un nuovo appuntamento. E come si fa ad avere un altro appuntamento se non ti rispondono al telefono?".
Infine ecco la testimonianza della mamma di un ragazzo di 18 anni che, nonostante la richiesta del medico, ha dovuto attendere dal 26 agosto al 4 settembre per avere il tampone. "Per la risposta poi – commenta la donna – sono dovuta andare mercoledì 9 settembre dal mio medico e sollecitare, perché a noi non era arrivata nessuna comunicazione dall'Asl".
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