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Catturato dai tedeschi all'età di 19 anni e deportato in Germania per essere impiegato ai lavori forzati, riuscì a tornare a Prato a piedi, percorrendo quasi 800 chilometri, dopo essere stato liberato nell'aprile 1945 dai soldati Alleati. Oggi, 22 settembre, a 75 anni di distanza, Giovanni Bellandi ha ricevuto dal prefetto Lucia Volpela medaglia d’onore concessa dalla Presidenza del Consiglio dei ministri “ai cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra”. La cerimonia si è svolta alla presenza del sindaco Matteo Biffoni della figlia e dei nipoti dell'ex deportato.
Bellandi era un militare dell'esercito italiano quando venne catturato, assieme ad altri commilitoni, a Massa Carrara l’11 settembre del 1943, pochi giorni dopo l’armistizio. Venne trasferito a Norimberga dove fu impiegato ai lavori forzati in una fabbrica di dinamite che durante il periodo bellico era stata riconvertita in fabbrica di munizioni. Venne liberato dagli Alleati nell’aprile del 1945 e riuscì a tornare a Prato a piedi grazie all’aiuto di civili tedeschi, italiani e partigiani.
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