206
Riproduzione vietata
Dopo 61 giorni di ricovero all'ospedale pediatrico Meyer di Firenze, Giò è tornato a casa. Accompagnato e accolto dai familiari, il leoncino di Casale, Giovanni Fuochi, affetto da una rara e grave forma di tumore cerebrale, è riuscito a superare un periodo difficilissimo grazie anche all'amore che tutta la città gli ha dimostrato. Dai suoi vertici politici, sindaco Biffoni e presidente del Consiglio comunale Alberti in primis, al mondo della scuola, in questi due mesi al Meyer Giò non è mai stato solo.
Ed è proprio in ambito scolastico che troviamo una delle testimonianze più commoventi di questa onda di affetto che ha circondato la famiglia Fuochi. La terza B della scuola Ammannati ha partecipato al concorso della Cap, “Pensiero di Natale” con un testo dedicato proprio a Giò. "Caro Babbo Natale sarebbe bello che Giò, dopo due mesi di ospedale, potesse finalmente tornare a casa, riabbracciare i suoi familiari e festeggiare il Natale con tutta la sua famiglia". Queste le dolci parole scritte dai piccoli alunni che sono rimasti molto colpiti dalla storia di Giò.
A raccontargliela è stata la loro maestra, Enrica Babbini, che oltre a essere stata in passato insegnante di Giovanni è anche amica della madre, Monica Bigagli. Il giorno della delicata operazione chirurgica a cui è stato sottoposto Giovanni per artrodesi del bacino, la classe ha chiesto il perché della tristezza che vedevano negli occhi della maestra Enrica. Lei ha spiegato tutto ai suoi piccoli e sensibili bambini: l'intervento non è andato bene a causa di un improvviso arresto cardiaco che Giò è riuscito a superare solo per miracolo e per la grande bravura dei medici presenti in sala. Una Via Crucis che è proseguita nei giorni successivi con due setticemie, una pancreatite e un'altra operazione, stavolta al cuore, per inserire un loop recorder in modo che i medici abbiano sempre la situazione sotto controllo. Una storia toccante che con l'aiuto della dirigente scolastica è diventata il pensiero di Natale da inviare al concorso della Cap.

E poi ancora, la stretta vicinanza del preside del Gramsci Keynes, Stefano Pollini dove Giò è arrivato l'anno scorso con la collaborazione delle istituzioni (LEGGI), le donazioni all'associazione "La forza di Giò", nata per raccogliere fondi a favore della ricerca sui tumori cerebrali infantili, l'incoraggiamento che è arrivato da ogni angolo di città a Monica, chiusa e isolata a causa del Covid per 61 giorni al Meyer al fianco di Giò.

"Li vorrei ringraziare uno a uno per ogni pensiero che hanno avuto. Ci hanno aiutato ad alleggerire il peso della sofferenza che stiamo provando. Un grazie speciale va ai medici e allo staff infermieristico per quello che hanno fatto e per l'amore con cui hanno assistito Giò. Non li posso citare tutti perché sono tanti ma sono stati straordinari. Penso al neuro ortopedico Gabriele Ristori, all'anestesista Elena Lenares, al neurochirurgo Barbara Spacca e all'oncologo che ci segue da sempre Jacopo Sardi (in foto con Giò). Senza di loro Giò ora non sarebbe più con noi".

Giò è stabile, ma purtroppo non sta bene. Sarà un Natale difficile per lui ma potrà trascorrerlo con la sua famiglia proprio come si è augurata la 3 B della scuola Ammannati, sapendo anche che fuori dalla porta di casa c'è un'intera città che tifa per lui. Forza Giò.
Ed è proprio in ambito scolastico che troviamo una delle testimonianze più commoventi di questa onda di affetto che ha circondato la famiglia Fuochi. La terza B della scuola Ammannati ha partecipato al concorso della Cap, “Pensiero di Natale” con un testo dedicato proprio a Giò. "Caro Babbo Natale sarebbe bello che Giò, dopo due mesi di ospedale, potesse finalmente tornare a casa, riabbracciare i suoi familiari e festeggiare il Natale con tutta la sua famiglia". Queste le dolci parole scritte dai piccoli alunni che sono rimasti molto colpiti dalla storia di Giò.
A raccontargliela è stata la loro maestra, Enrica Babbini, che oltre a essere stata in passato insegnante di Giovanni è anche amica della madre, Monica Bigagli. Il giorno della delicata operazione chirurgica a cui è stato sottoposto Giovanni per artrodesi del bacino, la classe ha chiesto il perché della tristezza che vedevano negli occhi della maestra Enrica. Lei ha spiegato tutto ai suoi piccoli e sensibili bambini: l'intervento non è andato bene a causa di un improvviso arresto cardiaco che Giò è riuscito a superare solo per miracolo e per la grande bravura dei medici presenti in sala. Una Via Crucis che è proseguita nei giorni successivi con due setticemie, una pancreatite e un'altra operazione, stavolta al cuore, per inserire un loop recorder in modo che i medici abbiano sempre la situazione sotto controllo. Una storia toccante che con l'aiuto della dirigente scolastica è diventata il pensiero di Natale da inviare al concorso della Cap.

E poi ancora, la stretta vicinanza del preside del Gramsci Keynes, Stefano Pollini dove Giò è arrivato l'anno scorso con la collaborazione delle istituzioni (LEGGI), le donazioni all'associazione "La forza di Giò", nata per raccogliere fondi a favore della ricerca sui tumori cerebrali infantili, l'incoraggiamento che è arrivato da ogni angolo di città a Monica, chiusa e isolata a causa del Covid per 61 giorni al Meyer al fianco di Giò.

"Li vorrei ringraziare uno a uno per ogni pensiero che hanno avuto. Ci hanno aiutato ad alleggerire il peso della sofferenza che stiamo provando. Un grazie speciale va ai medici e allo staff infermieristico per quello che hanno fatto e per l'amore con cui hanno assistito Giò. Non li posso citare tutti perché sono tanti ma sono stati straordinari. Penso al neuro ortopedico Gabriele Ristori, all'anestesista Elena Lenares, al neurochirurgo Barbara Spacca e all'oncologo che ci segue da sempre Jacopo Sardi (in foto con Giò). Senza di loro Giò ora non sarebbe più con noi".

Giò è stabile, ma purtroppo non sta bene. Sarà un Natale difficile per lui ma potrà trascorrerlo con la sua famiglia proprio come si è augurata la 3 B della scuola Ammannati, sapendo anche che fuori dalla porta di casa c'è un'intera città che tifa per lui. Forza Giò.
(e.b.)
Riproduzione vietata
Edizioni locali: Prato