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Costanza, manager e wine importer: una faccia comeanese immortalata al museo di Melbourne


Costanza Rossi vive in Australia da sei anni ed è tra i soggetti della rassegna fotografica ''Cosa faccio e cosa vorrei fare'': giovani italiani che lavorano nella città australiana. Costanza ha realizzato il suo sogno con i vini della sua terra: "Qui credono nel sapere fare"


Redazione


In bianco e nero Costanza a lavoro, manager in un ristorante di Melbourne . Nella foto a colori, ancora Costanza, ma questa volta circondata da vini docg della sua terra nativa. Ritrovarla così, per puro caso, sfogliando le fotografie del reportage ''Cosa faccio e cosa vorrei fare'' realizzato dal fotografo Cristian Iotti, in mostra al museo italiano di Melbourne e pubblicate qualche giorno fa sulla versione online del quotidiano La Repubblica. Siamo in Australia, nel reportage sono immortalati ragazzi italiani che hanno salutato il Bel Paese per cercare fortuna nella terra dei canguri. Grazie al filtro cromatico, Iotti rappresenta lo scarto tra sogno e realtà in quella terra lontana che negli ultimi anni sta diventando quello che l'America fu per i nostri padri e nonni. Scorrendo le fotografie di ragazzi e ragazzi ritratti in chiaroscuro alle prese con la professione che svolgono in Australia, e a colori, in quella che avrebbero voluto svolgere, ad un tratto l'occhio cade su uno scaffale di vini con qualcosa di familiare, le confezioni riportano il logo della Villa di Artimino. Si cambia focale e in primo piano, Costanza Rossi. Comeanese di nascita, australiana d'adozione ormai da sei anni. Due fotografie immortalano la comeanese espatriata. In bianco e nero Costanza chiude la porta del ristorante in cui negli ultimi anni ha lavorato dalle 17 a mezzanotte. Nella foto a colori sogna di essere una wine importer.

In realtà, a Melbourne , Costanza si occupa davvero di importexport di vini e lo fa nella parte della giornata in cui non è al ristorante. “Decisi di partire – racconta dalla Sicilia dove sta passando un periodo di ferie– per imparare la lingua con in tasca una laurea in Enologia dell'Università di Firenze, poi mi resi conto che il mercato di selezione di vini per l'import/expor qui era un mercato ancora spoglio. Avevo alcuni contatti, così decisi di provare a creare una mia attività di esportazione”. Un po' per passione, un po' per la soddisfazione e l'orgoglio di riuscire a portare i prodotti delle vigne carmignanesi – ma non solo – dall'altra parte del mondo. E così è stato, le bottiglie del Chianti e della Villa di Artimino sono passate dalla tavola della casa dove Costanza è nata a Comeana, alla tavola della casa dove Costanza vive a Melbourne e in cui da poco ha residenza. L'Australia perchè? “Conobbi un ragazzo australiano quando ancora vivevo in Italia che mi disse che secondo lui era il posto giusto per me ed aveva ragione. Qui c'è una mentalità molto aperta, “easy going”. È un grande Paese e molto vivibile e poi è talmente vasto. Tutto è in divenire e c'è molta necessità del sapere fare”. Quella che era partita come un'avventura per Costanza si è trasformata in una stabilità. “Quando riesci ad ottenere la residenza in Australia puoi tirare un sospiro di sollievo perché ci sono molte agevolazioni per le nuove imprese, il sapere artigianale è molto stimato e richiesto”. Per lei, è finalmente giunto il tempo di quel sospiro che è il sospiro a colori immortalato da Iotti e in mostra al Museo Italiano Melbourne Exhibition . Dopo due anni di doppio lavoro, di telefonate su Skype in mezzo alla notte per gestire i rapporti commerciali tra due Paesi divisi da otto ore di fuso orario, di telefonate, di contatti, “Red Milk”,(http://www.redmilkimports.com/) la sua compagnia di import export, è approdata, ha compiuto tre anni e per Costanza, anche la residenza australiana. “Qui si respira la libertà di essere, di poter fare. È la cosa che apprezzo di più dello stile di vita australiano rispetto a quello italiano. La libertà di credere che con l'impegno e la volontà i sogni si possano avverare”.
La domanda d'obbligo, scontata ma d'obbligo: “Il modo di stare insieme. Dell'Italia mi manca questo; mi manca il concetto di famiglia che in Italia è radicato e profondo diversamente da qui”. Lo stare a tavola insomma. Una tavola che per Costanza ha mantenuto gli stessi prodotti docg cambiando solo i colori della bandiera cucita sulla tovaglia. E l'aria. L'aria è diversa. 

G.R
Edizioni locali: Comuni Medicei
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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
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