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L’Unione Commercianti di Prato contesta l’utilizzo della piscina comunale di via Roma. Affidata in gestione al Cgfs lo scorso autunno, l’area non offre più solo la possibilità di servirsi della piscina, ma anche di organizzare feste private con animazione e musica, oltre che di usufruire di un chiosco che in quanto tale dovrebbe vendere solo bibite, panini e gelati. L’associazione non ci sta e chiede chiarimenti al Comune di Prato, proprietario della piscina comunale: “Perché l’uso degli spazi pubblici viene stravolto? attraverso quale metodo è stato dato in gestione il chiosco? se è vero che non si limita a vendere gelati e bibite, possiamo sapere quale Tia viene applicata? per la parte che può essere utilizzata per feste private e che può venire trasformata in una discoteca all’aperto, sono state rilasciate le licenze e le autorizzazioni”? L’Unione Commercianti punta anche su un altro quesito, non meno importante. Un quesito che apre una riflessione sull’opportunità di promuovere iniziative di questo genere creando concorrenza a imprenditori privati che investono molti soldi per aprire locali di intrattenimento e si imbattono in procedure burocratiche e normative infinite come la valutazione dell’impatto acustico, la sicurezza, disposizione dei bagni e tutto il resto. “Con il regolamento sul commercio pensavamo di avere fatto concretamente qualche passo in avanti – commenta l’Unione – dando priorità alla qualità anziché alla quantità, ma ci rendiamo conto che alla bisogna si stravolge tutto come se niente fosse. Alla faccia degli imprenditori che investono, dei residenti che ad una certa ora della sera vorrebbero tranquillità, della vivibilità delle zone, della disponibilità di parcheggi e chi più ne ha più ne metta”.
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