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“I casi i illegalità non sono isolati e i primi a farne le spese sono proprio i cittadini cinesi, sfruttati e schiavizzati da imprenditori senza scrupoli”. Arriva a strettissimo giro di posta la replica dell’amministrazione comunale di Prato alle dichiarazioni rilasciate dall’ambascitore della Repubblica Popolare Cinese in Italia, Sun Yuxi, che aveva criticato gli ultimi controlli nei confronti delle ditte cinesi, chiedendo “uguaglianza” e parlando solo di “isolati casi di illegalità”. Anzi, il sindaco Cenni rilancia chiedendo espressamente all’ambasciatore una maggiore collaborazione proprio sul fronte della lotta all’illegalità.”I controlli effettuati dal gruppo interforze – afferma il sindaco – nelle aziende condotte da cittadini di nazionalità cinopopolare sul nostro territorio denotano un’illegalità diffusa e uno scarso rispetto delle leggi e delle normative italiane. Riscontriamo infatti che tali attività economiche si svolgono spesso in promiscuità con la residenza, in ambienti malsani, privi di qualsiasi normale condizione igienico-sanitaria, in presenza di pericolose bombole di gas, in violazione di qualsiasi rispetto delle norme di sicurezza”.”I controlli – aggiunge Cenni – evidenziano lavoratori in stato di schiavitù, molti dei quali clandestini. Per questi ultimi è sempre molto complesso procedere al riconoscimento e alla conseguente espulsione dal nostro territorio proprio a causa della scarsa collaborazione da parte delle Istituzioni cinesi. Auspichiamo pertanto che l’ambasciatore possa prendere atto della grave situazione creata dalla sua comunità a Prato, della quale fanno le spese anche e soprattutto quei suoi connazionali ridotti in stato di schiavitù e sulla cui pelle si arricchiscono illecitamente imprenditori cinesi senza scrupoli. Di qui anche l’augurio che possa aprirsi una maggiore collaborazione dei suoi uffici per il riconoscimento e il rimpatrio dei clandestini. Peraltro, in merito alla tipologia dei controlli messi in atto ieri dal gruppo interforze, non mi risulta che ci sia stato l’ausilio né di cani né di elicotteri”.Parole cui si associa l’assessore alla Sicurezza Aldo Milone: “Parlare di episodi isolati come ha fatto l’ambasciatore significa essere stati male informati: basta vedere l’altissima percentuale di illegalità che risulta puntualmente ad ogni controllo. Se poi – chiude Milone con una battuta – l’ambasciatore vuole anche le chiavi della città, allora ce le chieda direttamente…”.