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A pensarci bene sembra l’esemplificazione della classica storia all’italiana. Il “pasticciaccio” dello Stefan Cash&Carry di via delle Fonti, nato tra le proteste dei commercianti e proseguito a colpi di carte bollate, continua a dispetto delle sentenze dei giudici. L’ultima è della scorsa settimana ed è stata adottata dal Consiglio di Stato che, come già aveva fatto il Tar un paio di mesi fa, ha dato ragione al Comune, ribadendo il divieto assoluto di vendita al dettaglio, anche attraverso l’artificio di far diventare tutti i clienti soci della cooperativa Nuova Lira. Nonostante questo, però, il negozio Stefan continua a restare aperto e fare affari, a dispetto di regole e leggi.La situazione dovrebbe (ma il condizionale è d’obbligo) durare poco. L’ufficio legale del Comune sta infatti già predisponendo una nuova diffida che sarà notificata nelle prossime ore. Diffida dove si invita il negozio a interrompere la vendita al pubblico e limitarsi a quella all’ingrosso. Se entro qualche giorno dalla notifica la situazione non cambierà, allora interverrà la squadra annonaria della polizia municipale, come è già avvenuto lo scorso 14 maggio, quando i vigili transennarono l’ingresso in esecuzione di una sentenza del Tar. Lo stesso Tar che però il giorno successivo concesse la sospensiva a Stefan, con il risultato di far sparire le transenne e riprendere l’attività commerciale al dettaglio. Visto il precedente, è quindi comprensibile come i legali del Comune vogliono andarci con i piedi di piombo. Anche perché in ballo ci sono possibili risarcimento con molti zeri, senza dimenticare il ricatto occupazionale già tirato fuori dalla proprietà. Insomma, questa storia di Stefan rischia davvero di non finire mai, anche se il Comune pare fermamente intenzionato a non far passare la linea che a fare i furbi ci si guadagna sempre.
