78
Non è oramai più normale dialettica fra istituzioni di diverso politico, ma guerra aperta fra fazioni contrapposte quella che vede da qualche giorno impegnati da una parte il sindaco di Prato Cenni dall’altra i sindaci di centrosinistra, che col loro voto hanno determinato nell’ultima assemblea dei soci la conferma di Paolo Abati alla presidenza del Consiag.Questo pomeriggio i primi cittadini di Campi Bisenzio, Cantagallo, Carmignano, Poggio a Caiano, Scandicci e Sesto Fiorentino sono tornati sul luogo del “misfatto”, cioè a Prato per una conferenza stampa chiarificatoria. Anzitutto per smontare l’accusa più pesante rivolta da Cenni al Consiag, ovvero di essere “un feudo per politici riciclati a cui non importa nulla del bene comune”. E’ toccato quindi a Gianni Gianassi, sindaco di Sesto, ribadire che “nessuno di noi è stato cercato dai partiti”, legando la decisione di giungere fino allo strappo con Prato pur di confermare Abati alla Presidenza “dalla necessità di agire nella continuità in un periodo di transizione”. Il riferimento è all’attuale fase che dovrebbe portare dal 1 gennaio 2010 alla nascita del colosso toscano multiutility Estra, con l’inglobamento di Consiag e dal 2011 alla quotazione in Borsa del nuovo gruppo. Insomma secondo Gianassi come per gli altri primi cittadini in questo momento non si poteva cambiare.Di avviso diametralmente opposto Cenni, che ha subito replicato a stretto giro di posta: “Non si può proseguire con l’applicazione dei vecchi metodi della politica dei partiti” ha detto il sindaco affondando ulteriormente il colpo poco dopo: “siamo di fronte ad una riproposizione di quanto fatto fino ad oggi, è sufficiente leggere i nomi ed i curriculum vitae dei membri nominati nei Cda per capire chiaramente quale sia stata la logica”.Su questo fronte Gianassi ha rivendicato una certa apertura da parte dei sindaci di centrosinistra “abbiamo dato un segnale di apertura nominando soltanto tre su quattro membri del cda in attesa di una decisione di Prato”. E alternando carota e bastone ha affermato “Cenni è un interlocutore serio per questo lanciamo un appello affinché da domani mattina si possa parlare di un accordo globale”. Il patto da questo punto di vista non è diverso da quello fatto circolare negli ultimi giorni: al sindaco di Prato toccherebbe la scelta della vice-presidenza e di un consigliere d’amministrazione. Poi, a partire dalla primavera del 2010, quando con la nascita di Estra Abati lascerà la presidenza del Consiag, il presidente sarà quello indicato dalla giunta Cenni. Oltre ad avere una revisione dello statuto per l’inserimento della figura dell’amministratore delegato tanto cara al sindaco-imprenditore di Prato. Non solo, Gianassi e colleghi hanno allegato a queste proposte anche la promessa della presidenza dell’Ato3, attualmente vacante dopo le dimissioni dello scorso giugno di Gianni Del Vecchio. Una generosità non considerata “sufficiente” da Cenni, che anche oggi è tornato a confermare: “questa proposta significa nessuna tutela degli interessi dei cittadini e nessun sviluppo economico del territorio”. Un braccio di ferro a tutto campo, insomma, che al momento sembra avere come vincitore il fronte dei sindaci democrat, ben convinti della forza dei numeri. Già, perché secondo loro “col 38% Prato non ha la forza di imporsi, quindi avrebbe dovuto pensarci prima ad arrivare alla rottura” e per chiarire il concetto “d’altronde per mostrare i muscoli bisogna averli”. I bicipiti ed i tricipiti progressisti che fanno insieme il 62% del Consiag, impedendo al momento a Roberto Cenni di poter interpretare le vesti del socio di maggioranza. Ma anche su questo fronte rifà capolino la strategia della carota “aspettiamo che Prato accetti la nostra decisione per tornare a giocare una partita di primo piano” ha concluso Gianassi.
Carlandrea Adam Poli