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I piccoli artigiani sono da sempre la spina della filiera di distretto. Logico, quindi, che la crisi che li sta colpendo duramente finisca per entrare di diritto nell’agenda politica in vista delle prossime elezioni. Il candidato sindaco di Prato del centrosinistra, Massimo Carlesi aveva già parlato dei titolari delle imprese più piccole come lavoratori che, dopo una chiusura più o meno traumatica, si trovano di fatto senza lavoro, come veri e propri disoccupati. Oggi, raccoglie in pieno le proposte di Cna e Confartigianato circa gli ammortizzatori sociali, la mobilità e i percorsi formativi per i piccoli artigiani costretti a chiudere le aziende. “Appoggio in pieno la richiesta delle associazioni – dice Carlesi – e aggiungo che la questione dovrà essere affrontata dagli enti locali e dal Governo. Per quanto riguarda quello che un Comune può fare, ribadisco tre concetti. Il primo è quello dell’Agenzia sviluppo Prato che potrà mettere a punto e sostenere la formazione di chi perde il lavoro, dipendente o micro imprenditore che sia. Il secondo riguarda l’Isee: non possiamo infatti adottare questo strumento, in una situazione di crisi gravissima, per concedere benefici e aiuti da parte del Comune. L’Isee, infatti, si basa sulle dichiarazioni dei redditi dell’anno prima. E molto sta cambiando in peggio, nel volgere di pochi mesi, per centinaia di famiglie”. Terzo punto sul quale Carlesi insiste, infine, è quello della moratoria del credito. “Per chi chiude o per chi cerca in tutti i modi di resistere, è il caso di studiare formule e garanzie per giungere a una moratoria su prestiti e fidi, soprattutto per quel che riguarda gli interessi”.