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Caos tamponi e certificazioni, medici e pediatri: “Serve più coordinamento e organizzazione”


I sindacati Fimp e Fimmg hanno scritto una lettera a Regione e Asl denunciando la situazione in cui si trovano a dover operare tra mancate comunicazioni e carico di lavoro burocratico


Redazione


Il sindacato Fimp dei pediatri  e quello dei medici di famiglia, Fimmg, chiedono a Regione e Asl un’organizzazione più precisa del dipartimento di Prevenzione, ma anche una maggiore coordinamento per fronteggiare la seconda ondata di contagi da Covid 19.
Le richieste sono contenute in una lettera inviata anche al prefetto Laura Volpe e al sindaco di Prato Matteo Biffoni, oltre che al direttore generale dell’Asl Toscana Centro Paolo Marchese Morello e all’assessore regionale alla salute Simone Bezzini
“La nostra – spiega Alessandro Benelli segretario generale Fimmg Prato – è un’esposizione precisa di quello che da settembre stiamo vivendo: non siamo più medici ma piuttosto amministrativi che dobbiamo sistemare pratiche che non sono di nostra competenza. Tutto questo in un periodo dell’anno che di solito è già abbastanza complicato.”
Tre i punti critici evidenziati nella lettera: la mancata comunicazione al medico di famiglia dell’inizio e della fine della quarantena di un suo paziente e il relativo invio del “numero di protocollo/ID” (necessario per compilare il certificato medico per un lavoratore e il rientro a scuola) e infine il mancato rilascio del referto dopo il tampone.
“La quarantena va notificata oltre che al soggetto interessato anche alla Prefettura, al sindaco e al medico di famiglia – spiega Benelli – ma troppo spesso sono i miei stessi pazienti che mi avvertono di essere in quarantena, talvolta, se ad esempio non serve un certificato medico, non lo vengo neppure a sapere. Questa è sicuramente un grave problema”
Se il medico è avvisato perché al paziente serve il certificato di attestazione quarantena per il lavoro, allora inizia una complicata e lunga procedura che serve per bypassare il mancato numero identificativo che il dipartimento dovrebbe fornire. Non solo questo Id non viene comunicato all’interessato, ma neppure per il medico è possibile rintracciarlo. “Di fatto non facciamo un certificato, ma un’attestazione in attesa che il Dipartimento comunichi l’Id, e i tempi sono lunghi”
L’ultima criticità riguarda il mancato rilascio al paziente del referto. “Non riuscendo a trovarlo – continua Benelli – ci chiamano, e qui già si pone un problema di privacy perché è difficile accertarle l’identità della persona, ma anche per noi è impossibile rintracciarlo:dobbiamo accedere a una piattaforma molto lenta dove non è possibile fare la ricerca per ordine alfabetico visto che è un foglio Excel. Soprattutto qui non ci sono i referti, al limite c’è la comunicazione”positivo o negativo” ma non avendo un documento che lo prova siamo in difficoltà a rilasciare il certificato”.
I medici hanno ottenuto un incontro con la dirigenza di Asl lo scorso 23 ottobre, ma di fatto poco è cambiato, da qui l’invio della lettera con la speranza di ottenere una soluzione rapida al problema che ormai a fatica viene tenuto sotto controllo.

alessandra agrati 
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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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