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Bando per la rete del gas, si riaccende la miccia interna al Consiag: i Comuni di centrosinitra pronti a stoppare la delibera pratese


Redazione


Si annunciano tempi duri per la delibera della messa a gara della rete del gas, approvata martedì scorso dal consiglio comunale. Che il percorso sarebbe stato travagliato era risultato intuibile fin dall’anomalo passaggio in commissione quando, fra il disappunto dell’opposizione e lo stupore di qualche esponente del centrodestra, l’assessore alle politiche energetiche Filippo Bernocchi aveva marcato visita. Una volta sotto gli occhi, poi, è emerso come la delibera presentasse l’assenza dei corretti riferimenti normativi nonché la possibilità di avvalersi alla necessaria consulenza di un’organizzazione esterna per la realizzazione della gara. Al punto tale da doverla emendare in quattroequattrotto prima dell’inizio della decisiva seduta del consiglio comunale con una manovra contestata, regolamento alla mano, dal Partito Democratico. Alla fine l’approvazione non è stata messa a rischio grazie alla solida maggioranza numerica presente in consiglio in favore del centrodestra. Adesso, però, il rischio concreto per la giunta comunale è di ritrovarsi a fronteggiare una rivolta dei comuni di centrosinistra presenti in Consiag. D’altronde, proprio il consorzio, trasformatosi oramai nella nuova società Estra, ha avuto finora l’affido in house del servizio del gas e, soprattutto, è detentore della rete pubblica: un fatto che i sindaci dei soci di maggioranza di Consiag vorranno far pesare fino in fondo. Lo si intuisce dalla dichiarazioni di queste ore, in primis del sindaco di Sesto Fiorentino Gianni Gianassi: “Il Comune di Prato – dice – ha fatto un errore clamoroso mettendo a gara un servizio quando il governo non ha ancora emanato i decreti per la definizione degli ambiti. Andare in ordine sparsoè un errore clamoroso visto che stiamo lavorando su un percorso di aggregazione con dei progetti approvati anche la settimana scorsa all’unanimità dei soci, in questo modo si va verso una scelta di frammentazione”. Un concetto pienamente condiviso dal sindaco di Scandicci Simone Gheri autore di una missiva all’indirizzo di Roberto Cenni con la richiesta di bloccare la delibera per la messa a gara, disattesa però dal voto del consiglio comunale. “E’ un errore strategico – dice Gheri – pensare che ogni comune possa decidere da solo nel suo territorio senza considerare il consorzio. Siamo disponibili a rimetterci attorno ad un tavolo col sindaco di Prato per discutere di ogni questione, governance compresa”. Toccando in questo modo il vero nervo scoperto di tutta la vicenda Consiag, lo strappo clamoroso dello scorso mese di ottobre che portò alla riconferma alla presidenza di Abati in barba al peso del Comune di Prato, il socio di maggioranza relativa col suo 38,7% di quote.A tenere banco in questa vicenda, però, sono i motivi d’incertezza, Gheri ad esempio mette in dubbio la stessa fattibilità  della gara: “Bisogna vedere se sarà possibile dal momento che si tratta di una rete consortile incastrata l’una con l’altra”. Un altro problema è la definizione degli ambiti territoriali, infatti, qualora il decreto governativo arrivasse prima della gara gli effetti della delibera comunale sarebbero nulli e secondo l’assessore Bernocchi il Comune perderebbe la possibilità di continuare ad incassare il canone dall’ente gestore, con un danno per le casse comunali di 4,5 milioni di minori introiti all’anno. “Se questi sono i termini della questione l’assessore potrebbe chiedere al governo di abolire le Province o di prevedere che i canoni dei gestori vadano ai comuni” controbatte Simone Gheri. L’alta tensione di queste ore rivela il pericolo di uno scontro a tutto campo, che potrebbe materializzarsi con una serie di “conseguenza a catena” secondo l’espressione gettonata dal sindaco di Montemurlo, Mauro Lorenzini: “se noi ragionassimo nella stessa logica di Prato potremmo decidere di dare a chi ci pare i servizi attualmente in gestione ad Asm per un valore di 20 milioni di euro”. Un’ipotesi, forse, estrema ma perfettamente in linea con lo spirito stizzito dei sindaci dei comuni soci di maggioranza di Consiag, traducibile anche nella disponibilità paventata da Gianassi, Gheri e Lorenzini di utilizzare tutti gli strumenti leciti per tutelare gli interessi del consorzio. Non è un mistero il vero nocciolo della battaglia, ovvero l’assenso di Consiag alla distribuzione del gas da parte del nuovo gestore, un eventuale veto sarebbe un modo ulteriore per annullare gli effetti della messa a gara, ovvero della delibera approvata martedì.

Carlandrea Adam Poli

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(N° 4 del 14/02/2009)
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