Baciacavallo tartassata, la proposta di Facchi (Pd): “Stop al nuovo termovalorizzatore fanghi, non serve”

Dalle crepe entra la luce. E’ ciò che sta accadendo a Baciacavallo dove tra le polemiche per l’arrivo dell’hub del riciclo tessile, si sta aprendo uno spiraglio per alleggerire il carico di opere a impatto ambientale in questa zona.
A tirare fuori il coniglio dal cilindro è Antonio Nelson Facchi, consigliere comunale Pd, referente di zona. La sua proposta è concreta e fattibile: non dare seguito al cosiddetto mini termovalorizzatore fanghi che dovrebbe essere realizzato da Gida insieme a tutta un’altra serie di impianti per mandare in pensione l’attuale inceneritore. Frutto di un compromesso tra i soci della società di depurazione, Comune e Confindustria, per accontentare quest’ultimi, il progetto ha ottenuto la Via regionale, impugnata al Tar dai comitati cittadini, ma al momento è chiuso in un cassetto per mancanza di coperture finanziarie e forse perché non poi così necessario, soprattutto quando l’essiccatore fanghi, candidato al Pnrr, più che dimezzerà i volumi. Inoltre, per quanto realizzata con tecnologia avanzata, la termovalorizzazione è ormai un metodo desueto di smaltimento che non piace all’Europa e non convince più neanche le istituzioni. Facchi lo sa bene e ha anche capito che di fronte al polverone alzato, anche nel Pd, per l’arrivo dell’hub del riciclo tessile, questo è il momento giusto per un ripensamento: “occorre riflettere – dice – sulla valutazione della termovalorizzazione, non prevista nel primo progetto di aggiornamento di Gida, come un percorso ancora sostenibile per la reputazione del distretto stesso”. 

Tra l’altro Alia servizi ambientali sta lavorando a una serie di proposte impiantistiche innovative in tutta l’area metropolitana che potrebbe essere una valida alternativa all’inceneritore fanghi di Baciacavallo. Una compensazione per far ingoiare il “rospo” dell’hub del tessile ai cittadini? Qualcosa di più. E’ la giusta “congiuntura astrale” per togliere dalla zona sud l’odiato inceneritore, piccolo o grande che sia. Facchi gioca a carte scoperte. “Siamo tutti favorevoli all’hub del tessile. Se l’unica collocazione possibile per farlo a Prato è quella dell’attuale campo sportivo di Paperino, quella zona deve essere alleggerita dalle troppe infrastrutture che impattano sulla sua qualità ambientale, a partire dal mini termovalorizzatore di Gida. Pur riconoscendo che col progetto dell’hub si riqualifica l’area dove da anni ci sono all’aria aperta i cassonetti di Alia, si demolisce l’ex scuola edile da lì poco distante abbandonata e recentemente oggetto di occupazioni abusive a favore di nuove piantumazioni, e si realizza la ciclabile tra Paperino e Fontanelle, è indubbio che ancora una volta si elimina una zona verde per far spazio ad un nuovo edificio, aumentando quindi il consumo di suolo. É indubbio che quella decina circa di camion che transiteranno ogni giorno, secondo le stime di Alia, aumenteranno l’inquinamento di quei paesi. Pertanto, oltre a completare gli impegni presi con quelle comunità per la casa del Carnevale e per il nuovo impianto sportivo accanto alle scuole, mi impegnerò per un ripensamento sul termovalorizzatore”.