Nella sua bottega il falegname lavora il legno come uno scultore plasma l'argilla. È maestria, è un sapere fare inestimabile delle mani, è arte, è tecnica, è un know-how popolare che non esaurisce il proprio potenziale. Un potenziale che l'innovazione stessa potrebbe ereditare. Un potenziale a cui Made, start up innovativa pratese, mette a disposizione nuovi strumenti, quelli offerti dalle tecnologie digitali; aggiunge nuove competenze, quelle del designer, del producer, del marketing tour court. Falegnami, orefici, marmisti – per dirne alcuni – di Prato e provincia, potranno essere geolocalizzati e geolocalizzarsi e farsi trovare in una piattaforma open source (OpenstreetMap.org) cui si potrà accedere da ogni parte del globo. E' il progetto #PratoArtigianoinBottega. Un progetto che nasce per recuperare i saperi della tradizione e dell'economia italiana per promuovere una nuova visione di “artigianalità”, una visione che non altera l'eredità delle botteghe ma le aiuterà ad uscire dal vicolo del quartiere e rendersi visibili.
“Abbiamo iniziato con la mappatura di tutte le botteghe artigiane dell'area provinciale – ha commentato Ilaria Bartolini, tra i promotori del progetto – chiunque potrà indicare una bottega usando un tag (“craft”). L'intento, è quello di mettere l'utente in grado di ritrovare nel proprio quartiere l'artigiano che cerca e allo stesso modo di far conoscere sul mercato globale l'artigianalità del nostro territorio”.
Il progetto, realizzato in collaborazione con PratoSmart, oltre a questa prima fase si completerà di una fase 2, una fase più mirata dove a disposizione degli artigiani saranno messi strumenti nuovi e nuove azioni pratiche per aprire quel falegname a nuovi modelli di business, a nuove strategie d'impresa. Si parla di app dedicate, di Qr code, e di altri strumenti informatizzati. Ovviamente anche un'implementazione della mappa su OpenstreetMap.org che si arricchirà con un numero maggiore di informazioni reperibili per ogni singola realtà artigiana: l'utente che cliccherà sul nominativo del falegname, piuttosto che dell'orafo, ne conoscerà storia e tradizione, particolarità ed eccellenza. In pratica, quel know-how inestimabile non più rinchiuso. (attualmente la mappa fornisce soltanto indicazioni in inglese sulla tipologia di attività geolocalizzata in quella determinata via – work in progress). Alla base c'è la volontà di un gruppo di startupper di “far tornare le persone in bottega”, di sostenere una nuova cultura del fare e del produrre artigianale come motore di sviluppo economico, sociale e culturale. Loro, gli startupper, sono cinque e arrivano a Made da percorsi professionalizzanti diversi ma complementari per il progetto #PratoArtigianoinBottega: Ilaria Bartolini è la designer del gruppo; Elena Senesi “l'economista” laureata in Economia e Commercio; Simone Ridi è il fotografo e stratega imprenditoriale, Caludia d'Osvaldo l'architetto e Francesca Morasco è la storica dell'arte, è laureata in Conservazione Beni Culturali. “Il rilancio dell'artigianato – chiosano i fondatori di Made – parte anche da questo, dall'avvicinare la gente a quelle piccole botteghe”. Attualmente sono circa 80 gli artigiani mappati. Aumenteranno.
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