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Otto nomi nuovi, con alle spalle profili personali e professionali quanto mai vari, per dare nuovo impulso e slancio all’Ordine degli Architetti di Prato, chiamato a rinnovare il proprio consiglio a inizio settembre. Il progetto Ordine Aperto ha presentato ufficialmente la lista dei candidati e le linee guida del programma. Tra gli otto nomi spicca quello di Andrea Cavicchi, che oltre ad essere architetto è anche personaggio di spicco nel mondo imprenditoriale e culturale cittadino, essendo presidente di Furpile Idea, membro della presidenza dell’Unione Industriali e presidente della Fondazione Museo del Tessuto. Insieme a lui correranno Filippo Boretti, che è anche portavoce di Ordine Aperto, tre donne (Paola Bernardi, Isabella Caprioglio e Lucia Petrà) per dare visibilità e rappresentanza alla componente femminile che svolge un ruolo molto importante nel mondo dell’architettura. C’è poi un professionista iraniano da tempo attivo a Prato: Ali Reza Ronagh e altri due architetti impegnati nell’amministrazione e sul territorio come Francesco Caporaso e Francesco Paoletti. Una lista giovane, dunque, innovativa e aperta alle varie anime della professione.”In questo momento particolare per Prato e la sua Provincia – dice Filippo Boretti – abbiamo sentito la necessità di candidarci per dare un volto nuovo e diverso, significativo del ruolo istituzionale e culturale dell’Ordine degli Architetti: esso dovrà essere incisivo sia nei confronti degli iscritti, che attendono risposte dalla propria istituzione di riferimento, sia nei confronti della Società civile – che attende dalle Istituzioni non la salvaguardia degli interessi di categoria, ma quelli veri volti al bene comune. Per noi l’Ordine sarà una Istituzione in dialogo con altre istituzioni per affrontare i problemi complessi della riqualificazione del territorio'”.”Abbiamo lanciato nove punti programmatici – continua Boretti – sulla base di un ProgettoAperto reso pubblico a metà luglio: sussidiarietà nei confronti degli iscritti e delle associazioni degli architetti; rapporti stabili con tutte le amministrazini del territorio sia a livello politico che tecnico amministrativo; promozione dei concorsi a tutti i livelli quali motori di cultura e non per affidare incarichi più o meno trasparenti; ruolo di garanzia da svolgere tornando ad essere sempre più istituzione e sempre meno sindacato e associazione di categoria; formazione permanente agli iscritti sia giovani che con esperienza per un aggiornamento continuo a servizio della società civile; urban center a livello provinciale, da attivare con le amministrazioni e con gli enti territoriali, che renda pubblici studi e ricerche sulle questioni più importanti del territorio; bollettino che informi istituzioni e società civile su ciò che è in atto a livello provinciale; innovazione e ricerca dando vita ad una Fondazione Pratese che investa risorse e capitale umano per l’innovazione tecnologica e sociale in campo urbanistico, edilizio e ambientale per la riqualificazione del distretto, delle aree dismesse e del patrimonio pubblico”.
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