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In soli tre giorni sono arrivati alla Procura di Prato dodici codici rossi. Troppi per non far scattare il campanello d'allarme. Questa forte concentrazione di denunce da parte delle vittime di violenza domestica e di genere, potrebbe essere la cartina tornasole di un quadro più ampio che il Covid potrebbe aver aggravato sia in termini di convivenza forzata che di peggioramento delle condizioni economiche.
I dodici casi sono molto variegati. Si comincia con una violenza sessuale denunciata da una donna di origine nigeriana contro ignoti e si prosegue con uno scontro tra fratello e sorella. Ma non mancano i casi di stalking e quelli "tradizionali" di violenza contro le donne, soprattutto tra le mura domestiche. Fortunatamente nessuno dei dodici casi è talmente grave da aver richiesto l'applicazione immediata di misure di sicurezza e di prevenzione. "Sicuramente c'è una recrudescenza – afferma il procuratore capo Giuseppe Nicolosi – ma dobbiamo stare attenti perchè è una materia delicata. Spesso tra la denuncia e i successivi passaggi, il caso si sgonfia anche a causa di ripensamenti e ritrattazioni delle vittime. Per questo la velocità d'intervento, importante per evitare che situazioni critiche degenerino, deve essere accompagnata da un attento accertamento dei fatti".
I dodici casi sono molto variegati. Si comincia con una violenza sessuale denunciata da una donna di origine nigeriana contro ignoti e si prosegue con uno scontro tra fratello e sorella. Ma non mancano i casi di stalking e quelli "tradizionali" di violenza contro le donne, soprattutto tra le mura domestiche. Fortunatamente nessuno dei dodici casi è talmente grave da aver richiesto l'applicazione immediata di misure di sicurezza e di prevenzione. "Sicuramente c'è una recrudescenza – afferma il procuratore capo Giuseppe Nicolosi – ma dobbiamo stare attenti perchè è una materia delicata. Spesso tra la denuncia e i successivi passaggi, il caso si sgonfia anche a causa di ripensamenti e ritrattazioni delle vittime. Per questo la velocità d'intervento, importante per evitare che situazioni critiche degenerino, deve essere accompagnata da un attento accertamento dei fatti".
Numeri che si aggiungono a una casistica già corposa a cui lavorano ben quattro magistrati della Procura di Prato. Se il trend non darà segnali di attenuazione del fenomeno, è probabile che il procuratore capo Nicolosi opti per allargare il pool a un quinto componente. Il fattore velocità infatti, è un cardine della legge sul codice rosso. La Procura ha tre giorni di tempo per ascoltare la vittima da quando il procedimento viene iscritto. Cosa che si traduce in un super lavoro per gli uffici giudiziari che si aggiunge a tutto il resto.
Il Centro antiviolenza La Nara di Prato che si occupa di donne maltrattate conferma che il quadro sta peggiorando in quantità e qualità. "C'è un aumento sia degli accessi che della pericolosità delle situazioni" afferma con chiarezza Francesca Ranaldi, responsabile del servizio. "Prevedo un autunno complesso perchè a causa del Covid le condizioni economiche peggioreranno e la donna diventerà il capro espiatorio di tutti i mali".
I numeri a disposizione per un confronto statistico sono quelli del primo semestre 2020 ma lasciando pochi dubbi sulle tendenze al rialzo della manifestazione del fenomeno.
Tra gennaio e giugno le prime richieste di aiuto sono state 174, 25 in più dello stesso periodo del 2019. Contemporaneamente il monitoraggio sulle 150 donne già seguite, ha rilevato un peggioramento della pericolosità dei contesti in cui vivono e dei rischi che corrono. "Il fatto che più donne abbiano chiamato durante il lockdown, nonostante la compresenza del partner, significa che c'è stata consapevolezza della gravità della situazione. Cerchiamo anche di vederla in positivo: se ci sono le chiamate vuol dire che la nostra rete funziona. Mi preoccupano di più le donne che non hanno il coraggio di chidere aiuto".
Il Centro antiviolenza La Nara non va in vacanza. Il numero 0574/34472 è attivo tutti i giorni 24 ore su 24.
I numeri a disposizione per un confronto statistico sono quelli del primo semestre 2020 ma lasciando pochi dubbi sulle tendenze al rialzo della manifestazione del fenomeno.
Tra gennaio e giugno le prime richieste di aiuto sono state 174, 25 in più dello stesso periodo del 2019. Contemporaneamente il monitoraggio sulle 150 donne già seguite, ha rilevato un peggioramento della pericolosità dei contesti in cui vivono e dei rischi che corrono. "Il fatto che più donne abbiano chiamato durante il lockdown, nonostante la compresenza del partner, significa che c'è stata consapevolezza della gravità della situazione. Cerchiamo anche di vederla in positivo: se ci sono le chiamate vuol dire che la nostra rete funziona. Mi preoccupano di più le donne che non hanno il coraggio di chidere aiuto".
Il Centro antiviolenza La Nara non va in vacanza. Il numero 0574/34472 è attivo tutti i giorni 24 ore su 24.
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