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Alla Lazzerini lezione di Cyberbullismo: “Le parole fanno più male delle botte”


La frase testamento di Carolina Picchio ha fatto da sfondo al primo dei 4 incontri organizzati da Sed per aiutare genitori e insegnanti a guidare i ragazzi nel mondo complesso e pieno di insidie della rete. Tra i relatori il padre della ragazza vittima dei bulli telematici


Redazione


"Le parole fanno  più male delle botte". E' il testamento lasciato prima di togliersi la vita da Carolina Picchio, prima vittima del cyberbullismo. Quelle parole risuanano nella sala conferenze della biblioteca Lazzerini di Prato pronunciate dal padre che stamani, 3 ottobre, ha partecipato al primo dei 4 incontri organizzati da Sed, servizi per l'educazione digitale in collaborazione con il Comune, per aiutare genitori e insegnanti a guidare i ragazzi nel mondo complesso e pieno di insidie della rete.
Un tema reso ancora più attuale da quanto successo a Napoli pochissimi giorni fa con il suicidio di 11enne. Una storia dai contorni non ancora definiti ma dove sembra che social e videogiochi on line abbiano avuto un ruolo.
Le storie di ragazzi massacrati sulla rete per mancanza di consapevolezza sono troppe. Per questo, il padre di Carolina ha deciso di non chiudersi in se stesso e di dare un senso al suo immenso dolore per la perdita della figlia, morta nel 2013. E' nata quindi la Fondazione nazionale Carolina che in due anni ha incontrato 50mila ragazzi, è entrata in 250 scuole e ha formato 6mila insegnanti. Grazie al suo coraggio è stata approvata la legge sul cyberbullismo, la prima in Europa, ma c'è ancora tanta strada da fare per capire che questo non è un problema tecnologico, ma culturale.
E' importante lavorare sui ragazzi ma soprattutto con i genitori che forniscono ai loro figli lo smartphone troppo presto e con pochissimi controlli. "Non voglio che ci siano altre Caroline. – afferma il padre – Mia figlia aveva tanta gioia di vivere. Era bella e sportiva. E' stata l'invidia ad armare chi le ha fatto del male e a far uscire tutta quella cattiveria da gente che neanche conosceva. L'hanno perforata. Ma lei ha avuto la forza di lasciarci quel messaggio affinchè ciò che le era successo fosse di lezione agli altri".
Ivano Zoppi della Fondazione Carolina ha chiosato: "La rete è bella se lega, non se intrappola", e ha esaminato tutti i comportamenti sbagliati o rischiosi che si possono avere sui social e il perchè i nostri ragazzi hanno così bisogno di condividere quotidianità e spesso intimità nella rete: "E' il bisogno di sentirsi apprezzati, di affermarsi.- spiega – Ottengono risposte che fuori dalla rete non trovano. Un like sulla loro foto può vuol dire tanto per loro. Preoccupa il fatto che la rete sia diventata un ambiente educativo e il telefonino uno strumento educativo che dà risposte in tempo reale perchè i ragazzi non hanno gli strumenti per filtrare quelle risposte. Ecco perchè è necessario alimentare l'albero della vita. I genitori devono trovare il coraggio di educare e di condividere regole e responsabilità". 

(e.b.)
Edizioni locali: Prato
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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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