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Al Pin, senza servizio mensa per rinuncia del gestore in fase post covid, è stata trovata la soluzione per fornire pranzi caldi agli studenti. Resta invece ancora irrisolto quello del biglietto metropolitano che prevede l'integrazione ferro gomma in vigore a Firenze e non a Prato e della cronica mancanza di alloggi per i fuori sede.Un'ipotesi prospettata dalla rettrice di UniFi Alessandra Petrucci potrebbe essere di uno studentato a servizio dell' area vasta, ma si deve individuare una zona servita bene dai mezzi. Prato, quindi, perde decisamente posizioni.
Da venerdì è iniziata nella sede di piazza Ciardi la sperimentazione del Food Locker, un servizio innovativo che prevede la possibilità di ordinare e pagare il pranzo tramite un' App, di ritiralo in "armadi" speciali che si trovano al piano terra, scaldarlo e consumarlo nell'aula studio, che dalle 12 alle 15 si trasforma in una sala mensa.
"Al Pin – ha spiegato Petrucci – mancava il servizio mensa, per sopperire oltre alla convenzione con un bar del centro storico, abbiamo lanciato questa nuovo modo di consumare il pasto di qualità, ma con una modalità più flessibile. Gli studenti dovranno ordinare entro le 15 del giorno prima scegliendo fra varie opzioni di menu, compreso quello vegetariano. "La soluzione – ha sottolineato Marco Del Medico presidente Dsu – è stata trovata in accordo con l'Università, i prezzi sono gli stessi applicati nelle tradizionali mense. Abbiamo anche attrezzato uno spazio con forni a micronde per permettere agli studenti di consumare il pranzo, in un locale caldo, dove c'è anche il distributore gratuito di acqua".
Una sperimentazione, a disposizione 39 pasti al giorno oltre alla convenzione con il bar Bonamici che durerà un anno, dodici mesi per capire se implementarla, modificare o trovare una diversa soluzione. "Invito tutti gli studenti a provare questo nuovo servizio – ha chiesto la direttrice del Pin Daniela Toccafondi – per capire se è necessario apportare correttivi. Nel caso, come mi auguro, sia di gradimento troveremo anche nuovi spazi per il momento del pranzo".
Gli studenti, comunque ,chiedono anche un impegno a riattivare la mensa, evidenziando che prenotare il pranzo alle 15 del giorno prima è troppo presto. "Una prima risposta – ha spiegato Roberta Frangiggiacomo rappresentante degli studenti – che però non dovrebbe escludere la possibilità di una mensa tradizionale luogo di socializzazione. Purtroppo negli ultimi mesi i prezzi delle mense sono stati aumentati. Intanto chiediamo anche di risolvere il problema degli abbonamenti e quello di un contributo più alto per sostenere il doppio costo: treno e autobus". L'università di Firenze ha messo a disposizione un bonus da 100 euro che, però, gli studenti reputano insufficiente (il fondo complessivo è di 200mila euro). Altra richiesta è qualla di sopperire alla mancanza di alloggi. "L'ammnistrazione comunale non dispone di un immobile da convertire in studentato- ha spiegato Gabriele Bosi assessore all'Università – per questo facciamo un appello ai privati, i numeri per un investimento ci sono : 1.700 solo gli studenti del Pin più quelli che frequentano le università internazionali. Abbiamo avuto qualche proposta per edifici che però non anno le caratteristiche per ospitare lo studentato". La fascia più penalizzata resta quelli degli studenti con Isee superiore ai 25mila euro. "Numericamente – ha sottolineato Del Medico – sono i più numerosi, per questo stiamo pensando a una modifica dello statuto che possa estendere aiuti anche a chi appartiene a questa fascia di reddito. siamo comunque aperti a qualsiasi tipo di convenzione, anche con la soluzione appartamenti a prezzi contenuti".
Resta ancora aperta la questione degli spazi per il Pin, a inizio anno accademico sono state ricavate due nuove aule, ma restano insufficienti . "E' una questione complessa- ha spiegato Petrucci – visto che in piazza Ciardi ci sono i laboratori, quindi altre strutture non dovrebbero essere eccessivamente lontane da piazza Ciardi".
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