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Ogni anno a Prato circa 40 persone vengono infettate dal virus dell’Hiv e diventano sieropositive. Da gennaio a novembre, ad esempio, si sono registrati 34 nuovi casi (16 italiani e 18 stranieri) che fanno salire a 491 persone il totale dei sieropositivi seguiti dall’Unità di Malattie infettive dell’ospedale di Prato. Nello stesso periodo i decessi sono stati 3. I dati sono stati illustrati questa mattina da Adriano Paladini, primario del reparto al Misericordia e Dolce, che ha presentato le iniziative dell’Asl in vista del 1 dicembre, Giornata mondiale per la lotta al’Aids. “I numeri dicono chiaramente – dice Paladini – che oggi si muore molto meno di Aids. Ma paradossalmente proprio questa notizia positiva fa sì che i casi aumentino a ritmo quasi doppio rispetto a dieci anni fa. Se prima il tasso di sieropositivi tra la popolazione pratese era dell’0,8 per mille, oggi siamo arrivati all’1,5 per mille, con almeno un altro 0,5 che stimiamo essere sieropositivo anche senza saperlo. Il motivo è dovuto a due ordini di fattori: prima di tutto i nuovi farmaci che hanno abbattuto la mortalità, hanno anche fatto calare l’attenzione sulla malattia e, di conseguenza, le precauzioni; inoltre visto che i sieropositivi al giorno d’oggi possono avere una vita tutto sommato tranquilla, ecco che aumenta il rischio di diffusione se gli stessi non adottano le necessarie precauzioni”.E con il tempo è cambiato anche l’identikit del sieropositivo, come spiega la dottoressa Vinattieri, responsabile dell’ambulatorio di Malattie infettive. Oggi i più a rischio ad infettarsi non sono più i tossicodipendenti, ma gli eterosessuali che fanno sesso promiscuo e non protetto: più i maschi che le donne, più i quarantenni che i giovani. Rilevante, negli ultimi anni, anche l’incidenza di sieropositività su cittadini extracomunitari. E spesso, purtroppo, si tratta di donne in stato di gravidanza, che scoprono di essere ammalate proprio durante gli esami di routine per chi è incinta.Il drastico calo nella mortalità per Hiv comporta anche un pesante dazio da pagare in termini di risorse umane e di spesa per farmaci. Mentre fino al ’96 il numero totale dei malati restava costante, essendo alta la quota di decessi. Oggi un malato di Aids ha ottime possibilità di vivere a lungo. La malattia però si cura ma non si guarisce. Ecco così la necessità di continuare a seguire e curare i sieropositivi a lungo. E i costi non sono indifferenti visto che i nuovi farmaci, oltre ad essere molto efficaci, sono anche molto costosi: si calcola una spesa farmaceutica media di 1.500 euro mensili per paziente. Ecco, quindi, che diventa fondamentale la prevenzione. E in questo l’Asl di Prato è all’avanguardia in Italia, come ha sottolineato Lucia Livatino, direttore della Formazione ed educazione alal salute dell’Asl. Dal 1992, infatti, va avanti il progetto Scuola Salute che, solo nell’ultimo anno, ha coinvolto 8 scuole per un totale di 1.320 ragazzi che hanno effettuato incontri sul tema della prevenzione delle malattie infettive a trasmisisone sessuale. Perché, come ha ricordato Paladini, l’unica vera prevenzione per l’Aids è un comportamento sessuale consapevole e sicuro.
Claudio Vannacci