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Agricoltori della Val Bisenzio pronti a denunciare la Provincia: “Centinaia di ettari distrutti dai cinghiali e nessuno fa niente”


Durissime accuse da parte dell'azienda Del Bello che ha visto devastata dagli ungulati la fattoria didattica: "Nessuno dall'ente ci ha mai risposto, adesso andiamo per vie legali"


Redazione


“Ora basta!”. E’ un grido di sdegno e di disperazione quello lanciato da una delle più note aziende agricole del territorio, la Del Bello di Vaiano, che lancia pesanti accuse soprattutto nei confronti della Provincia, accusata di non fare niente per contrastare i danni provocati dai cinghiali, sempre più numerosi in Val di Bisenzio. Provincia contro al quale saranno adite le vie legali.
“Alcune centinaia di ettari in Val di Bisenzio con olivi, prati e boschi sono ormai irriconoscibili – si legge in una nota dell'azienda Del Bello -, dove i cinghiali indisturbati scorribandano e fanno razzia di ogni cosa, distruggendo tutti gli elementi del territorio e del paesaggio costruito con fatica e sacrificio in tutti questi decenni”.

I titolari della Del Bello parlano senza mezzi termini di crollo delle produzioni agricole biologiche. Non solo: “Sono rovinati i meravigliosi prati – aggiungono – decimati gli animali domestici a causa delle tante malattie portate dagli animali selvatici, compromesse le attività agricole e quelle della fattoria didattica; distrutto il “bosco incantato” e il “laghetto della lettura” tanto caro ai bambini che hanno fatto visita alla fattoria didattica. Cancellati i sentieri dei boschi, come cancellata è la memoria storica dell’azienda”.
“Sono anni che la situazione va pian piano aggravandosi – si legge ancora nella nota – ma mai come in questo momento abbiamo potuto riscontrare una presenza così numerosa di cinghiali che “arano” i campi, demoliscono i muretti a secco, distruggono fossi e scoline annientando così il reticolo idraulico aziendale ed ogni altro elemento preservato con cura e dedizione. Un danno enorme che spingerà l’azienda agricola a adire le vie legali nei confronti della pubblica amministrazione, Provincia in primis, “colpevole” di non aver preso provvedimenti o peggio ancora di aver adottato scelte che andavano nel senso opposto coinvolgendo l’azienda in un vortice di danni da cui è difficile risalire”.
Il j0accuse dei Del Bello è impietoso: “E la Provincia? – dicono -. Diverse lettere per denunciare la troppa presenza degli ungulati e mai una risposta. Muto l’ufficio caccia, muti i dirigenti, muta la politica (se ancora esiste in Provincia) spesso condizionata proprio dai funzionari e dai dirigenti, impegnata a giustificare che ancora esiste, ma che in realtà non conta più nulla e questa ne è la piena dimostrazione”.
L’azienda agricola Del Bello si rende disponibile a parlare (semmai ci fosse la disponibilità della Provincia) per cambiare verso alle cose. Al momento l’unica solidarietà incassata dall’azienda è stata quella del mondo venatorio che si è detto dispiaciuto della situazione venutasi a creare ed ha dichiarato la propria disponibilità ad intervenire qualora ci fossero state le condizioni. “Dove è finito l’interesse per le imprese se devono subire ogni tipo di attacco e di mancata difesa? – si chiude la nota -. Inermi e sfiduciati non possiamo tutelare le nostre cose, anzi devono essere a disposizione di tutti continuando comunque a pagare tasse, mantenere un territorio e il paesaggio senza la minima tutela di chi lavora”.

Edizioni locali: Val di Bisenzio
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