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Per l‘IdV uno spreco di denaro pubblico che poteva essere utilizzato per aiutare le famiglie in difficoltà. Per il Pdl e l‘Udc un‘operazione riuscitissima che avrà sicuramente conseguenze positive per Prato. Il mondo politico cittadino si divide nel giudicare il blitz telefonico del sindaco Cenni all’asta di Christie’s a New York per riportare a Prato uno dei capolavori del nostro Rinascimento, cioè il pannello di Filippino Lippi che rappresenta la figura di Cristo in croce. “L’operato di Cenni – dice Riccardo Mazzoni, coordinatore provinciale del Pdl – è da considerare, a sua volta, un piccolo capolavoro, oltre che un’importante inversione di tendenza che vede finalmente la città cominciare a riappropriarsi del suo patrimonio culturale”. “Basti pensare che, proprio per il suo altissimo significato artistico, l’olio su tavola acquistato dal Comune è considerato di importanza internazionale” aggiunge il deputato Pdl, che si schiera a spada tratta dalla parte dell’amministrazione comunale anche per l’aspetto del costo “120mila euro sono una cifra non certo esorbitante per lo splendido Crocifisso, che è tra l’altro in eccellenti condizioni di conservazione. Siamo di fronte dunque a un intelligente investimento culturale, perché intorno a questo Filippino ritrovato e tornato in patria si potrà allestire una mostra- evento sul Rinascimento pratese che magari riscuoterà maggior interesse e miglior successo di quella, “importata” degli zar, che come è noto è costata molto, ma molto di più”.“Le polemiche sull’acquisto dell’opera – conclude Mazzoni – fortunatamente del tutto marginali e improntate alla più bieca demagogia, sono dunque da considerare assolutamente prive di senso. Dopo il grande rammarico per aver perso l’archivio di Curzio Malaparte, la notizia di un Filippino che torna dovrebbe far piacere a chiunque ami davvero Prato”. Di pari tenore la nota di Francesco Querci dell’Udc, che “bacchetta“ l‘IdV: “Non si capisce se l’accusa è per l’acquisto del quadro o per la cifra spesa? Ci saprebbe dire quanto un quadro di Filippo Lippi “vale” oggi sul mercato? Quanto allora vale, usando lo stesso metro, una mostra sullo “Stile dello zar”, così come quella recentemente chiusa a Prato, con i fondi – si noti – dell’amministrazione di cui Idv fa parte? Com’è possibile misurare il valore di un’operazione culturale con il metro del “quanto speso” all’asta? La riflessione che deve essere fatta è un’altra, cioè quella relativa al fatto se il Comune debba investire su Lippi, sull’immagine della città legata a quel dipinto ed al suo impiego in una nostra mostra”. E sulla polemica è intervenuto lo stesso sindaco Cenni al termine dell’assemblea Udc di ieri mattina “Il valore commerciale del quadro è stimato attorno ai 250-300 mila dollari, noi lo abbiamo acquistato con la metà”. (c.a.p.)