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Un 25 aprile all’insegna delle polemiche. A Prato le celebrazioni di stamane della festa della Liberazione, la prima gestita da una maggioranza comunale di centrodestra non sono filate completamente lisce. I primi sentori di possibili contrasti fra la manifestazione ufficiale e la versione più partigiana si sono avuti in piazza delle Carceri, dove le forze armate hanno reso gli onori militari ai gonfaloni di Comune, Provincia, ai caduti della città ed al prefetto di Prato, Maria Guja Federico. Presenti anche i gonfaloni degli altri comuni della provincia. I primi mugugni si sono concretizzati nei settori di Arcigay-Arcilesbica e di alcuni militanti di Pd e Federazione della Sinistra con l’intonazione più volte di Bella Ciao, che in un momento si è pure sovrapposto all’inno di Mameli. A riportare le maggiori perplessità, però, sono stati gli esponenti di rilievo del Partito Democratico, a causa dei troppi onori che sarebbero stati riservati al prefetto e per la mancanza di un momento dedicato all’Anpi. “Non si può trasformare la festa della liberazione in una marcetta militare – ha asserito il capogruppo del Pd, Massimo Carlesi – si tratta di un momento di popolo, il prefetto ha già a disposizione il 2 giugno ed il 4 novembre per sfilare.”. La stizza è stata condivisa anche dal vice-presidente della Provincia Ambra Giorgi, che ha suggerito all’Anpi “dopo quanto successo oggi chiedete al prefetto di essere ricevuti”. È andata meglio la cerimonia civile in piazza del Comune, dove a prendere la parola sono stati Ennio Saccenti in rappresentanza dell’Anpi ed il vice-sindaco di Prato Goffredo Borchi. Il primo si è concentrato soprattutto nella difesa della Costituzioen “pietra miliare della nostra repubblica, che ci viene riconosciuta ancora oggi come uno dei testi migliori al mondo. Quella Costituzione che nella sua prima parte deve restare quelal che fu scritta dai costituenti, perché garante di tutti”. Saccenti ha fatto appello “all’unitarietà di intenti fra maggioranza e opposizione per risolvere i problemi dell’occupazione, delle condizioni di vita delle famiglie e per dare realisticamente prospettive ai giovani, purtroppo” ha aggiunto “ci sono ancora soggetti che attaccano e denigrano la nostra Costituzione”. Richiamando allo “stesso vigore e alla stessa determinazione del 2006 per la difesa dei principi e dei valori della Costituzione”. Trasversalmente apprezzato l’intervento del vice-sindaco Borchi: “Non ci siamo dimenticati del coraggio della popolazione e delle sofferenze subite per la liberazione dal nazi-fascismo. La Resistenza si è espressa in molti modi” inserendo un omaggio nel suo discorso agli scioperi degli operai, ai cittadini che hanno protetto ebrei e ricercati ed i militari anglo-americani “senza di loro il sacrificio dei partigiani avrebbe rischiato di essere vano”. Molto applaudito il ricordo dei fratelli Bogardo e Alighiero Spinelli, Ariodante Naldi e Bruno Spinelli autori del sabotaggio di Poggio alla Malva “ragazzi senza tessera di partito, ma animati soltanto dal grande sogno della libertà” ha detto Borchi.Coda di polemiche subito dopo la fine delle celebrazioni. Il fattaccio è successo quando i militanti dei partiti di centrosinistra hanno ripreso a cantare Bella Ciao. “Siete dei cerebrolesi” si è lasciato sfuggire l’appellativo l’assessore alla sicurezza, Aldo Milone scatenando la reazione indignata dei manifestanti “vergogna, non si irride così ai canti partigiani”. Timida la risposta dell’assessore “anch’io ho avuto familiari morti nella Resistenza”. Sulla questione è intervenuto anche il segretario del Pd Bruno Ferranti: “Mi auguro che dietro la censura di “Bella ciao” l’anomala celebrazione di oggi non vi sia l’ intenzione di cancellare e oscurale una memoria che deve essere, invece, considerata patrimonio comune di tutti i pratesi“.
Carlandrea Adam Poli