Quattordici anni di reclusione per violenza sessuale, stalking e maltrattamenti contro la moglie, una connazionale di 47 anni. L’uomo, albanese, 64 anni, è stato condannato dal tribunale di Prato che ha accolto quasi integralmente la richiesta di una pena di 15 anni avanzata dal pubblico ministero. Il tribunale di Prato si è espresso oggi, lunedì 8 aprile. I giudici hanno stabilito anche il pagamento di una provvisionale di 10mila euro alla vittima, costituita parte civile, assistita dall’avvocato Roberta Roviello. I maltrattamenti sono andati avanti per lungo tempo: i primi episodi risalgono al 2016, gli ultimi al 2021. Minacce, aggressioni e due violenze sessuali: nel 2019 e nel 2021. Cinque anni di incubo, di terrore, di paura con il marito, che preda dell’alcol e della gelosia incontrollata, ha ridotto la donna ad un oggetto arrivando a chiuderla in casa oltre che a tempestarla di telefonate, a minacciarla sul luogo di lavoro davanti ai colleghi, a costringerla a rapporti sessuali, ad aggredirla e a riempirla di insulti. La fine dell’orrore è stata dichiarata dalla denuncia dettagliata presentata dalla vittima e non ritirata come la precedente querela. L’imputato, in quell’occasione, dopo ben 675 tentativi di videochiamata, riuscì a contattare la donna e a convincerla a rimettere la querela facendole credere che, al contrario, avrebbe dovuto lasciare l’Italia. Oggi la giustizia ha emesso il suo verdetto.
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