A distanza di quasi una settimana dalla scomparsa della trentenne Maria Denisa Adas, gli inquirenti hanno posto sotto sequestro la stanza nella quale la giovane avrebbe passato gli ultimi giorni prima di svanire nel nulla. Fino al tardo pomeriggio di ieri, 20 maggio, era rimasta chiusa ma accessibile da chiunque così come l’auto della ragazza, portata via solo ieri al termine del sopralluogo. Quattro giorni nei quali altre persone hanno avuto accesso alla stanza, sono entrate, tra queste anche la famiglia. “Denisa non mi ha mai detto di aver avuto problemi o questioni con nessuno, era tranquilla- racconta la mamma Maria Cristina Paun- l’ultima volta che l’ho sentita (alle 23.28 di giovedì 15 maggio) ed è stata contattata mentre era con me al telefono da un signore albanese per un appuntamento- spiega la donna- era venuta a Prato circa tre o quattro volte dall’inizio dell’anno, nei tour che faceva in tutta Italia. La stanza era pulita, tutto in regola, tranne le scarpe lanciate sull’armadio e le chiavi appese alla porta. Il frigo pieno di cibo”. Un dettaglio che rafforza ancora di più l’ipotesi che la ragazza non si sia allontanata di sua spontanea volontà: “Me l’hanno portata via, non mi avrebbe mai lasciata così abbiamo un forte legame, sono distrutta, chiedo a tutti di aiutarmi”.
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