La data ultima è mercoledì 3 luglio quando è stato convocato, per la prima riunione, il nuovo Consiglio comunale di Prato, uscito dal voto dell’8 e 9 giugno scorsi. Ma l’idea della sindaca Ilaria Bugetti è di arrivare già entro questa settimana ad annunciare la sua giunta, completa in ogni elemento, anche se la legge le consentirebbe di aggiungere assessori cammin facendo, fino al limite massimo di nove nomi.
Questi sono, quindi, giorni caldissimi. Trattative frenetiche, riunioni, telefonate e whatsapp che si accavallano a ogni ora del giorno e della notte. Con un duplice obiettivo: mettere a punto una squadra competente e in grado di amministrare bene ma, al tempo stesso, senza rompere gli equilibri sia di partito, con riferimento al Pd, sia di coalizione.
Facile a dirsi, meno a farsi. Anche alla luce dell’accordo che, quasi in extremis, portò alla designazione di Ilaria Bugetti come candidata sindaca. In quella occasione fu trovato un non scontato punto di incontro sulla garanzia che l’eventuale futura giunta avrebbe dato uguale spazio alle tre anime del Pd pratese: quella che fa riferimento all’ex sindaco Biffoni, quella che guarda all’attuale primacittadina e quella del partito stesso, incarnata dal segretario Marco Biagioni e dal suo riferimento nazionale, vale a dire il deputato Marco Furfaro.
Nove posti da assessore diviso tre fa appunto un tris di nomi che ogni componente dovrebbe indicare. Ma a complicare il quadro ci sono una serie di aspetti, a partire dal ruolo che avranno le altre forze della coalizione, in primis i 5 Stelle che, seppure deficitari di voti rispetto alle due civiche e in linea con quelli ottenuti dalla Sinistra, possono vantare un patto sottoscritto con il segretario Biagioni che avrebbe garantito loro o un posto da assessore o quello molto delicato di presidente del Consiglio comunale. Un accordo che non può essere rimangiato e che spiega gli sforzi fin qui fatti dallo stesso Biagioni, ma anche da Furfaro, per sottolineare l’importanza del contributo portato dai pentastellati alla vittoria, facendo di quello pratese un modello da seguire anche a livello nazionale. Certo è, che un ingresso in giunta dei 5 Stelle corre il rischio di far salire sulle barricate sia la Sinistra sia le due civiche che, in qualche modo, andranno poi compensate con nomine e incarichi.
Ecco, quindi, che la squadra, con il passare dei giorni, si è andata ad arricchire di nomi certi o quasi. Tra i primi ci sono quelli già annunciati a inizio campagna elettorale di Simone Faggi (quota Biffoni) che resterà a fare il vicesindaco, e quello del segretario Marco Biagioni (per il partito) ai quali si è aggiunto Marco Sapia, capogruppo uscente, vicino alla sindaca Bugetti, e forte del successo personale di voti raccolto nelle urne. Per lui si parla della delega ai lavori pubblici. Tra i quasi certi dovrebbe rientrare l’ex assessore Benedetta Squittieri, grazie all’exploit di preferenze. Anche se il suo posto, in quota Biffoni, negli ultimi giorni è sembrato essere meno sicuro di quanto appariva la scorsa settimana. In questa categoria, viste le premesse di cui sopra, rientra anche Chiara Bartalini dei 5 Stelle, che lascerebbe così il posto in Consiglio a Carmine Maioriello, primo dei non eletti. Sono stati proprio loro due a tessere la tela dell’alleanza con il Pd. Ci sarà poi un “tecnico”, scelto personalmente da Ilaria Bugetti che avrebbe ridotto la rosa dei papabili a non più di un paio di nomi, sui quali è però massimo il riserbo.
Con lo schema fin qui delineato, resterebbero disponibili tre posti, uno per schieramento: per i biffoniani è derby tra Lorenzo Tinagli (favorito) e Gabriele Alberti; per il partito in pole position c’è il portavoce del Pd regionale Diego Blasi con dietro la capolista Marta Logli. Infine la sindaca potrebbe confermare in giunta l’ex assessora Cristina Sanzò, anche se non è da escludere un ingresso di Rosanna Sciumbata, prima degli eletti nella civica più vicina a Bugetti. Più difficile sembra, al momento, la conferma di un’altra ex assessora della giunta Biffoni, vale a dire Ilaria Santi.
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